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12:39:00 - 25 GIUGNO 2015

SEQUESTRATI 135 MLN DI EURO ALL'IMPRENDITORE PIETRO MOLLICA

SEQUESTRATI 135 MLN DI EURO ALL'IMPRENDITORE PIETRO MOLLICA -

Il patrimonio Pietro Mollica, imprenditore siciliano già arrestato a marzo scorso, con l'accusa di aver messo in piedi un impero utilizzando prestanome e architetture societarie illecite per aggiudicarsi appalti pubblici, in alcuni casi anche di fallimenti pilotati.


La guardia di finanza su ordine del Tribunale di Roma - sezione misure di prevenzioni ha disposto il sequestro del patrimonio aziendale e relativi beni di 10 società, con sedi a Roma e Venezia; quote societarie di 3 società, con sedi legali ad Anzio (LT), Mesagne (BR) e nel Regno Unito; 40 unità immobiliari (11 fabbricati e 29 terreni) a Roma, provincia di Messina e Varese; 11 auto/motoveicoli; rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni.


Tutto per un valore complessivo di circa 135 milioni di euro. Più in particolare, sono state accuratamente ricostruite le vicende di mala gestio che hanno, tra l'altro, condotto al crack del consorzio romano denominato Aedars Scarl, dichiarato fallito con sentenza del Tribunale di Roma il 12 maggio 2015, appurando, tra l'altro, come, nel corso del decennio 2003-2013, tale ente si fosse aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici, su scala nazionale.


Tra queste spiccano le commesse, allo stato in fase di esecuzione, indette dall'Ufficio del Commissario Straordinario Delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, di Aeroporti di Roma, dell'Anas- Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (CE), dal Comune di Rosarno (RC) e dal Comune di Ciampino (RM), con un valore attuale degli appalti già vinti pari a complessivi euro 118.339.716. In tale ambito, lo scorso 10 marzo, lo stesso Mollica era stato sottoposto a due distinte misure cautelari personali ed associato al carcere di Regina Coeli, nell'ambito dell'operazione di polizia convenzionalmente denominata «Variante inattesa». Particolare rilevanza è stata attribuita, inoltre, ai documentati e stretti rapporti - personali e d'affari - intercorsi, nel tempo, tra Pietro Mollica ed alcuni soggetti legati a diverse consorterie malavitose, anche di matrice mafiosa, tra i quali, in particolare, spiccano gli imprenditori Francesco Scirocco (classe1965), ritenuto vicino al clan messinese di Cosa Nostra detto dei Barcellonesi, tra i soci fondatori dello stesso consorzio Aedars; Vincenzo D'Oriano (classe 1965), pregiudicato mafioso e presunto affiliato al clan camorristico dei Cesarano, amministratore di fatto di una delle consorziate dell'ente. Quanto al consorzio Aedars, gli investigatori ricordano come, precedentemente alla declaratoria fallimentare, tale Ente consortile avesse subito le interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Roma, tuttavia annullate prima dalla sentenza del Tar Lazio e, successivamente al ricorso proposto dal Ministero dell'Interno e dalla Prefettura di Roma, dalla sentenza del dicembre 2014 del Consiglio di Stato. 

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