La cosca Pelle di San Luca non solo esiste, ma è operativa ed è capace di condizionare la vita politico-elettorale dell’intera regione. E’ quanto scrive Angela Panzera sul sito Strill.it . Ha quindi retto al vaglio della Corte d’Appello di Reggio Calabria il processo “Reale”. Difensori e imputati avevano sperato dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione, ma i giudici di Piazza Castello, Costa presidente, hanno sostanzialmente ribadito quanto non solo stabilito dal gup distrettuale reggino, ma anche quanto disposto nel primo processo di secondo grado. Si è chiuso quindi con 10 condanne e due assoluzioni l’appello bis dell’inchiesta che non solo ha portato dietro le sbarra presunti boss e gregari della cosca Pelle di San Luca, ma ha pizzicato anche l’ex consigliere regionale Santi Zappalà chiedere voti al boss Peppe Pelle. Per lui infatti la Corte d’Appello ha stabilito una condanna a 2 anni e 8 mesi di carcere per il reato di corruzione elettorale aggravata dall’aver agevolato la cosca mafiosa. Stessa cosa per Mesiani Mazzacuva, che però è stato assolto dal reato di associazione mafiosa. Assolti in toto invece, dall’accusa di intestazione fittizia di beni aggravata, Sebastiano Carbone e Antonio Pelle Classe, 1986.
Queste le condanne e le assoluzioni disposte dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria
Giuseppe Pelle, 11 anni, 4 mesi e 10 giorni di carcere
Giovanni Ficara, 10 anni e 4 mesi di carcere
Antonino Latella, 11 anni e 4 mesi di carcere
Sebastiano Pelle, 4 anni e 8 mesi di carcere
Antonio Pelle, classe 1986, assolto perché il fatto non sussiste
Antonio Pelle, classe 1987, 5 anni e 2 mesi di carcere
Domenico Pelle, 7 anni di carcere
Rocco Morabito, 8 anni e 10 mesi di carcere
Sebastiano Carbone, assolto perché il fatto non sussiste
Giuseppe Mesiani Mazzacuva, 2 anni e 8 mesi di carcere ( assoluzione dal reato associazione mafiosa)
Francesco Iaria, 2 anni e 6 mesi di carcere
Santi Zappalà, 2 anni e 8 mesi di carcere
