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10:37:00 - 27 LUGLIO 2015

PROCESSO 'XENOPOLIS': IL FATTO NON SUSSISTE, TUTTI ASSOLTI

PROCESSO 'XENOPOLIS': IL FATTO NON SUSSISTE, TUTTI ASSOLTI -

Tutti assolti, il fatto non sussiste. Al termine di oltre 12 ore di camera di consiglio, la Corte presso il Tribunale di Palmi, presieduta da Concetta Epifanio, si è così pronunciata sui tre imputati del processo 'Xenopolis' celebrato con rito ordinario condotta dalla Dda reggina contro il clan Alvaro di Sinopoli. Finisce quindi l'odissea giudiziaria per Domenico Laurendi, Antonio Alvaro e Carmelo Giuseppe Occhiuto. Durante la propria requisitoria il pm antimafia Roberto Di Palma aveva invocato 13 anni di carcere per Laurendi, 12 anni per Alvaro e cinque anni di carcere per Occhiuto. Il processo era scaturito dall'operazione, condotta nel 2013 dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e che aveva portato all'arresto di 7 indagati. Le indagini erano incentrate sui rapporti tra la cosca Alvaro, operante nella Piana di Gioia Tauro, e imprenditori, come Laurendi, e amministratori degli enti locali. Nell'ambito della stessa operazione era stato arrestato anche l'ex sindaco di San Procopio. Una cosca, quella degli Alvaro, che per l'accusa si sarebbe resa capace di assottigliare sempre di più il rapporto fra politica e criminalità organizzata, fra imprenditoria e 'ndrangheta. Una tesi che in aula, almeno in ordinario, non ha retto.
In particolare, la difesa di Domenico Laurendi, che ha prodotto una copiosa documentazione e una robusta lista di testimoni, ha dimostrato come il significato di diverse intercettazioni fosse del tutto lecito, diversamente dall'interpretazione data dalla Procura. Il troncone abbreviato invece, si è concluso con quattro condanne su quattro per un totale di 30 anni di carcere.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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