SIBARI ART FESTIVAL
Festival Internazionale delle Arti e delle Culture
Martedì 18 agosto, ore 22.00
Cinema Arena
Laghi di Sibari
Tutt’altro che poetici i natali: i genitori non erano due bohèmienne, ma due adolescenti dell’Italia meridionale (calabrese il nonno, abruzzese la madre) di diciassette e sedici anni, che si lasciarono sei mesi dopo la nascita del poeta. “Gregory è un ragazzino duro dei quartieri bassi che crebbe come un angelo sui tetti cantando canzoni italiane con la stessa dolcezza di Caruso e Sinatra”, ha scritto Jack Kerouac. Corso è sempre imprevedibile, impossibile da classificare: è fantasia in fiamme.
Nel docufilm è evidenziata anche la figura del poeta inglese Percy B. Shelley, poeta preso a riferimento dallo stesso Gregory Corso per queste parole:
Ufficio della poesia è quello di fornire una religione dell'umanità, di ravvivare, con la sua azione, l'amore tra i popoli e tra gli individui. Shelley va contro la stolida devozione dei tempi moderni, meccanizzati e industrializzati, opponendo, al senso dell'utile e all'egoismo, un inno che ha un'implicita voce di fratellanza civile.
Il docu non è un biopic nel senso classico del termine, non segue una narrazione cronologica, ma si propone di rappresentare le suggestioni emotive di uno sguardo visionario capace di tradurre il suo mondo in Poesia.
GRAZIE per l'attenzione
Matteo Scarfò
Con Nick Mancuso, Ray Abruzzo, Elisabetta Pozzi, John Savage.
regia di Matteo Scarfò