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12:48:00 - 21 AGOSTO 2015

GIOIA TAURO: NUOVO SCIOPERO IL 22. I SINDACATI: 'IL PORTO STA SCOMPARENDO SERVE FARE CHIAREZZA'

GIOIA TAURO: NUOVO SCIOPERO IL 22. I SINDACATI: 'IL PORTO STA SCOMPARENDO SERVE FARE CHIAREZZA' -

Annunciato per domani un nuovo scipero di  24 ore per il Porto di Gioia Tauro. I sindacati bloccano le attività portuali, per richiamare, spiegano l' attenzione della politica sul futuro del Porto. 'Serve più chiarezza sul futuro dell'infrastruttura- dicono- lo scalo è alle prese con lento e inesorabile declino'. 
Uno sciopero, condiviso anche da Confindustria, nonostante il momento delicato per lo scalo portuale. 
Ma c' è anche chi, come gli industriali, ritiene dannoso uno stop di 24 ore ma, ormai è deciso: lo sciopero si farà.
Serve chiarezza su programmi ed investimenti- ribattono dai sindacati, nonostante le rassicurazioni dell' ex assessore- De Gaetano-  del vertiginoso aumento che si sarebbe dovuto riscontrare a luglio, neanche l' ombra e con i recenti acquisti delle azioni Maersk da parte di Contship Italia e Msc, che abbandonano così Gioia Tauro e spostano tutto su Vado Ligure, non c' è proprio da stare sereni. 

I volumi sono in calo e la cassa integrazione aumenta. 'Occorre passare alla mobilitazione prima che sia troppo tardi' dicono i sindacalisti del Sul: «Al di là dei facili proclami e delle roboanti promesse che periodicamente vengono fuori, lo scalo di Gioia Tauro sta progressivamente perdendo terreno nella competizione globale ed i numeri dimostrano che dal 2011 lo scalo è in costante stato di crisi e la situazione sta addirittura peggiorando.
Medcenter Container Terminal  il 29 luglio scorso, denunciano i sindacati, ha richiesto per il quinto anno consecutivo la Cassa Integrazione Straordinaria per le 353 unità lavorative, senza alcuna prospettiva di un riassorbimento del personale al termine della procedura. 
Manca un piano b, lamentano i sindacalisti,  un’idea di programmazione che rilanci il retro porto. Un’infrastruttura dalle enormi potenzialità, spiegano,  collegata con i maggiori porti del pianeta e che viene tenuta ai margini probabilmente da interessi economici che non coincidono con il bene della Calabria. 
Urge fare chiarezza, «i politici calabresi ad ogni livello devono pretendere- si legge nella nota- che sul porto vengano operate delle scelte strategiche, puntando sullo sviluppo reale dell’intermodalità e su una necessaria diversificazione delle attività portuali.
Occorre mobilitarsi, concludono i sindacati, o alla fine di quest’altro anno di cassa integrazione- avvertono- potrebbero esserci ben 400 esuberi più quelli dell’indotto.

Piera Galluzzo

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