NEWS

11:20:00 - 02 SETTEMBRE 2015

BENESTARE: FUNERALI PUBBLICI VIETATI PER L'ULTIMO GRANDE PADRINO DELLA NDRANGHETA ANTONIO NIRTA

BENESTARE: FUNERALI PUBBLICI VIETATI PER L'ULTIMO GRANDE PADRINO DELLA NDRANGHETA ANTONIO NIRTA -

Si è spento nella sua casa di Benestare all'età di 96 anni il mammasantissima di Sa Luca Antonio Nirta, considerato un boss di prima grandezza della 'ndrangheta, un personaggio che appartiene alla storia stessa della criminalità organizzata calabrese e ritenuto uno dei capi dell'anonima sequestri. Nel 1935 all'età di 16 anni fu già accusato di uso d'armi. Nel 1953 lo considerarono un pericolo per l'ordine pubblico e nel 1967 fu accusato di associazione a delinquere, estorsione e tentato omicidio Con i fratelli Giuseppe, assassinato a bianco nel 1995 e considerato dagli inquirenti il grande capo dei capi, Francesco, Sebastiano e Domenico, ed il cognato Francesco Codispoti, Antonio Nirta ha formato una tra le cosche più potenti nel panorama 'ndranghetista, "La Maggiore". Soprannominato "il diplimatico" grazie al ruolo da paciere ricoperto più volte in diversi momenti della cruenta guerra di mafia che infiammò Reggio Calabria, faida che neanche Totò Riina fermò, che tra il 1985 ed il 1991 e che provocò oltre mille morti  a causa dei contrasti tra i De Stefano e gli Imerti-Condello. Determinante fu il suo peso anche in altre faide in Calabria come quella di San Luca nel 1991 tra i Pelle-Vottari da un lato e i Nirta-Strangio dall'altro.  Ritenuto un vero e proprio pezzo da novanta della mala calabrese capace di intrattenere rapporti con la criminalità di diverse parti del mondo, Antonio Nirta è considerato anche uno degli ideatori del "Crimine", il massimo organo criminale della mafia calabrese, e nel 1969 partecipò ad uno dei momenti più significativi della storia della 'ndrangheta, il "summit" di Montalto, "violato" dalle forze dell'ordine con l'arresto dei boss che vi presero parte. Il collaboratore di giustizia originario di Platì Saverio Morabito riferì di un coinvolgimento di Antonio Nirta nel sequestro di Aldo Moro avvenuto a Roma il 16 marzo 1978. Il collaboratore raccontò al giudice di Milano Alberto Nobili: "Seppi che grazie ai suoi contatti con i servizi, e verosimilmente con il generale Delfino, Antonio Nirta fu infiltrato tra le Brigate rosse e fu fisicamente presente al sequestro dell'onorevole Moro". Nirta fu imputato anche nel processo per il rapimento di Paul Getty ma poi venne assolto per insufficienza di prove. I funerali di Antonio Nirta si sono svolti stamane all'alba in privato. Il Questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi ha, infatti, vietato le esequie in forma solenne.

ALESSANDRA BEVILACQUA

« ARCHIVIO