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09:14:00 - 09 SETTEMBRE 2015

Locride: 10 anni fa l'omicidio del medico La Rosa. Giustizia non è ancora fatta

Locride: 10 anni fa l'omicidio del medico La Rosa. Giustizia non è ancora fatta -


L’otto settembre di dieci anni fa, il medico Fortunato La Rosa veniva  ucciso in località Bruverello, al confine tra i comuni di Gerace e Canolo, tra le 12 e le 13. Aveva 64 anni, lasciando moglie e due figli. Secondo l’opinione pubblica e gli investigatori La Rosa era un uomo integerrimo, di specchiata rettitudine e noto, così come anche i propri familiari, per la propria assoluta intransigenza nei confronti di ogni forma di sopruso. Nel 1999 aveva smesso l’attività professionale, per dedicarsi alla passione per l’agricoltura, che esercitava in alcuni possedimenti di famiglia situati nella zona tra i comuni di Canolo e Gerace, fino a quel momento rimasti in stato di semi-abbandono, in balìa di alcuni occupanti abusivi ed a capi di bestiame al pascolo brado. La moglie di La Rosa, Viviana Balletta, ed i figli hanno sempre creduto nella giustizia, lontani da riflettori mediatici . La Locride tutta oggi è chiamata a onorare la memoria di La Rosa. Sulla vicenda, anche la parlamentare calabrese Angela Napoli, presentò nel 2007 un’interrogazione parlamentare ma senza ricevere risposta. Dopo più di nove anni, lo scorso 27 marzo, sembrava che la giustizia si fosse avvicinata dopo l’arresto di due persone. Si scrisse all’epoca che Fortunato La Rosa venne ucciso perché non si era piegato alla legge della ‘ndrangheta delle montagne, in sostanza non aveva dato il via libera sui suoi terreni ai pascoli abusivi degli animali dei boss. L’inchiesta “Saggezza”, coordinata dal pubblico ministero Antonio De Bernardo e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Locri, sembrava avesse portato ad una svolta decisiva nelle indagini sul delitto.  Durante le attività di indagine si era anche arrivati a sapere che nei tempi antecedenti al delitto il medico oculista si era lamentato di alcune invasioni da parte di bovini al pascolo all’interno delle sue proprietà, con conseguente danneggiamento delle colture di grano presenti, tanto da esser costretto a sporgere denuncia per pascolo abusivo presso la Stazione Carabinieri di Agnana.  Ma pochi giorni dopo,  il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria « riconobbe l’infondatezza delle accuse contro i due arrestati,  annullando  l’ordinanza di custodia cautelare che il gip distrettuale, su richiesta della Procura, aveva emesso in precedenza”. Tutto da rifare. Giustizia non è stata fatta.

Antonio Tassone 

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