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12:00:00 - 10 SETTEMBRE 2015

Locri, Fondazione NOSSIDE: Restaurata la tela dell'800 di Santa Fara

Locri, Fondazione NOSSIDE: Restaurata la tela dell'800 di Santa Fara       -


A cura della Fondazione Nosside è stato completato il restauro della Santa Fara.

E’ stata restituita alla Fondazione Nosside la tela ottocentesca raffigurante Santa Fara. Di notevoli dimensioni (140x180) la tela, donata alla Fondazione Nosside dal Dott. Fabrizio Amalfitano di Siderno, presentava uno stato di deterioramento generale molto consistente dovuto all’esposizione per lungo tempo in ambiente inadatto.

La donazione necessitava, pertanto, di un intervento immediato per arrestare il costante deterioramento, e poi, successivamente, ripristinare anche la compattezza del colore e le risultanze timbriche, per dare risalto ai particolari dell’effige.

Su Santa Fara, nel territorio del reggino, c’è stata nel tempo una particolare devozione. Considerata la protettrice dei “casi impossibili”, si è sempre ritenuta la Santa a cui rivolgersi proprio in considerazione dei suoi innumerevoli miracoli, di cui ha lasciato traccia sia in vita, che dopo la morte, in particolare per guarigioni che sembrano inspiegabili e, anche oggi, migliaia sono le testimonianze di grazie ricevute.

Santa Fara era originaria di Pipimisicum (Francia) nacque da una nobile e ricca famiglia. Preferì scegliere, nonostante la contrarietà paterna, la vita religiosa. Su un terreno offerto dal padre, fondò il monastero di Faremountier ove fu badessa per quaranta anni e dove morì verso il 675.

Innumerevoli i miracoli che le si ascrivono, per avere risanato, cechi, muti, paralizzati ecc. Va sottolineata la diffusione del culto per Santa Fara in Italia soprattutto nel XVIII secolo; in Calabria, Polistena, Crotone e Catanzaro sono centri in cui la Santa è particolarmente onorata, accogliendo il motto benedettino “ora et labora” e la regola secondo cui si doveva prestare obbedienza insieme al voto di castità e povertà.

L’autore, anonimo, della tela scelse l’iconografia di rappresentare la Santa frontalmente, direttamente convergente verso lo spettatore, inserita in un ambiente naturale raffigurato in un paesaggio piuttosto sommario e non definito nella sua collocazione geografica. L’attenzione è tutta concentrata sull’immagine della Santa, con gesti semplici e naturali.

La Santa sta nel centro del quadro col pastorale e alcune spighe di grano nella mano sinistra e con un libro nella destra su cui si leggono le parole: “Qui seminant in lacrymis" del motto: “Qui seminant in lacrymis, in exultatione metent” (chi semina in lacrime raccoglie in esultanza).

Santa Fera è rivestita da una tonaca e di sopra indossa la cappa di viaggio dei frati benedettini. Sopra il cappuccio è istoriata la croce bianca dell’ordine.

Poche le notizie ricevute sui suoi ultimi anni di vita. Sull’epitaffio posto sulla sua tomba risulta che “Fara fu generosa verso gli affamati della carestia” e che viene proclamata  “soccorso degli infelici e madre dei poveri“ “Alle vergini fu faro lucente con la mente, col pudore e con la fede. In vita illuminò gli ignoranti, morta insegna come si sale al cielo”.

Il restauro è stato eseguito dall’Artista Tony Custureri che, senza invadere la composizione pittorica, ha reso possibile cogliere l’originaria lettura dell’opera.

Con tale intervento la Fondazione Nosside si propone, pertanto, di contribuire a conservare e tutelare il patrimonio artistico, storico e archeologico, sulla scia di un percorso che, in Italia, a partire dalla legislazione romana, si è attivato con interventi sul piano normativo per la conservazione  e tutela dei beni culturali e che oggi appare piuttosto indebolita. Su tale processo dichiara il prof Settis: “E’ necessario assolutamente innescare due processi culturali – perché i beni culturali e l’esistenza dei musei abbiano un senso - il primo è la piena coscienza storico-istituzionale della funzione civile e sociale del patrimonio nella storia d’Europa - il secondo è la piena reinterpretazione della cultura della tutela del patrimonio nei grandi sviluppi culturali dei nostri tempi”.

La successiva fase per la Fondazione Nosside è, pertanto, quella di poter esporre l’opera pittorica raffigurante Santa Fara, unitamente alle altre appartenenti alla Fondazione e, attualmente, in attesa di essere allocate in un ambiente degno di una Pinacoteca intesa come “concentrato e vetrina della sedimentazione storica della memoria collettiva”, come coscienza dei valori civili e sociali, senza i quali, si corre il rischio di non trasmettere nulla alle generazioni future.

                                                                                              Maria Macrì

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