NEWS

09:19:00 - 16 OTTOBRE 2015

SEQUESTRATE 64 TONNELLATE DI TRAVERSINE TOSSICHE E PERICOLOSE PER LA SALUTE

SEQUESTRATE 64 TONNELLATE DI TRAVERSINE TOSSICHE E PERICOLOSE PER LA SALUTE -


La Guardia di Finanza di Cosenza prosegue nelle attività di controllo e
monitoraggio del territorio finalizzate alla tutela del patrimonio ambientale e
della salute pubblica.
Il rinnovo della rete ferroviaria calabrese, per il quale è stato erogato un
finanziamento pubblico di 28 milioni di euro, in parte anche dell’Unione
Europea, è stato oggetto di una specifica attività di controllo sul tratto di linea
ferroviaria che corre lungo le coste dell’Alto Tirreno cosentino.
Le attività di monitoraggio svolte dai Finanzieri sul corretto svolgimento dei
lavori hanno fatto emergere la presenza di 64 tonnellate di traversine in
legno, a suo tempo utilizzate come supporto per i binari dei treni, accatastate in
un piazzale di una stazione ferroviaria di un Comune in provincia di Cosenza.
Le tradizionali traversine in legno, molto note negli anni passati, sono oggi
considerate “rifiuti speciali pericolosi” in quanto la sostanza utilizzata per isolarle
da agenti atmosferici è stata riconosciuta altamente cancerogena.
Si tratta, nello specifico, del creosoto la cui pericolosità è attestata da studi
scientifici che dimostrano la sua incidenza nell’aumento di forme tumorali e che
hanno spinto l’Unione Europea (Decisione 2000/532/CE) a decretarne l’estrema
nocività e a vietarne l’utilizzo.
Rilevata la pericolosità per la salute pubblica e le condizioni di abbandono e
trascuratezza in cui versavano le traversine, poggiate direttamente sul terreno
sottostante, a rischio di infiltrazione, i “rifiuti speciali pericolosi” e l’area
sovrastante venivano immediatamente sottoposti a sequestro penale.
L’ispezione dell’area consentiva infine si rilevare anche un vagone treno
abbandonato e cumuli di materiale edile depositati in prossimità dei binari, tutti
rifiuti oggetto di sequestro.
Il responsabile della condotta illecita prevista dall’art. 192 del D.Lgs. 152/2006 e
punita ai sensi del art. 256 del medesimo Decreto Legislativo, rischia l’arresto
da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda fino a 26.000 euro.

« ARCHIVIO