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16:59:00 - 24 OTTOBRE 2015

IL SINDACO DI LOCRI LANCIA UN APPELLO AL POPOLO DELLA LOCRIDE: 'AIUTIAMO I DISABILI DEL CENTRO NEUROLESI'

IL SINDACO DI LOCRI LANCIA UN APPELLO AL POPOLO DELLA LOCRIDE: 'AIUTIAMO I DISABILI DEL CENTRO NEUROLESI' -

Torna a riaccendere i riflettori sul Centro per il recupero neurologico di contrada Verga il sindaco di Locri Giovanni Calabrese. Attraverso la sua pagina facebook il primo cittadino ha, infatti, lanciato un appello "alla sensibilità del popolo della Locride" affinchè i disabili del Centro non vengano lasciati soli.
"Aiutiamo i 17 cittadini diversamente abbandonati al Centro Neurolesi.
Quanto da venticinque giorni si sta verificando sulla pelle dei 17 cittadini diversamente abili, che sono stati privati dell'assistenza, rappresenta la grave situazione della sanità nella locride.
Dimostriamo la nostra sensibilità ed andiamo a sostenere questi nostri sfortunati amici e cittadini.
W la Locride onesta e sensibile". Questo il messaggio postato. 

Alla base dei problemi patiti dall'istituto locrese l'allarmante carenza di personale. Una carenza che sta portando al collasso la struttura. Al momento il Centro di contrada Verga ospita 17 neurolesi, 14 dei quali in carrozzina e affetti da patologie piuttosto gravi. A far discutere è il fatto che ad occuparsi di tutti i pazienti siano soltanto in sei, ovvero: due infermieri generici, un ausiliario socio-sanitario, due assistenti socio-sanitari ed un medico. Troppo pochi. Servirebbero, infatti, almeno 19 tra medici, paramedici e ausiliari. Con grandi salti mortali, infatti, si riesce a garantire l'assistenza necessaria. Il problema della carenza di personale non è nuovo per la struttura di Locri. Da anni, infatti, si assiste al graduale abbandono di posti di lavoro. Inizialmente la difficoltà era stata superata affidando il servizio ad una cooperativa specializzata. Lo scorso dicembre, tuttavia, il contratto non è stato rinnovato. A dare un prezioso contributo in queste settimane ci sta pensando l'Unitalsi, sezione di Locri. Ogni mattina quattro persone si recano nella struttura per aiutare gli operatori ad accudire i disabili. Si tratta, però, di una soluzione tampone. Si attende che qualcuno intervenga per dare risposte immediate e definitive.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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