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11:38:00 - 28 OTTOBRE 2015

'FAIDA DEI BOSCHI': ARRIVANO LE MOTIVAZIONI, 'LA PARENTELA NON E' INDIZIO'

'FAIDA DEI BOSCHI': ARRIVANO LE MOTIVAZIONI, 'LA PARENTELA NON E' INDIZIO' -

Si era concluso lo scorso giugno con cinque assoluzione il troncone in abbreviato del processo scaturito dall'operazione denominata "Faida dei boschi". Oggi i giudici della Corte d'assise d'Appello di Reggio Calabria rendono note le motivazioni della sentenza. Ampio è lo spazio dedicato ai collaboratori di giustizia Antonino Belnome e Michael Panajia, considerati "credibili e affidabili". "Assolti per non aver commesso il fatto", fu questa la formula delle assoluzioni che riguardò Vincenzo Franzè, Renato Comito, Cosimo Franzè, Bruno Vallelonga a cui verranno restituiti un'impresa e un appartamento, e Luigi Vallelonga, tutti erano accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Stando a quanto riportato nelle carte della sentenza dalla Corte reggina "il rapporto di parentela e di affinità è un fatto giuridico che annette taluni effetti, ma non integra in automatico un fatto avente valenza indiziaria".  In sostanzo non si deve confondere il rapporto di parentela con la condotta di partecipazione ad una associazione mafiosa". Non solo. Nella sentenza viene smontata completamente, infatti, l'accusa secondo cui gli incontri che hanno avuto luogo dopo l'omicidio di Giovanni Vallelonga, ucciso il 21 aprile 2010, fossero dei summit di ndrangheta.  Per quel che concerne, invece, la cancellazione dell'ergastolo per Angelo Natale Misiti la riforma si fonda sul fatto che non ci sarebbero i necessari riscontri individualizzanti.
L'inchiesta "Faida dei boschi", coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto Sara Ombra, portò a sedici arresti l'8 agosto del 2012, tra i quali anche quelli dei presunti boss Cosimo Leuzzi e Vincenzo Gallace. L'operazione fece luce sui fatti della faida e della scia di sangue che ha macchiato tre province: quelle di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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