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12:10:00 - 28 OTTOBRE 2015

Operazione "Acero Krupy" - Comparse al funerale degli Aquino

Operazione "Acero Krupy" - Comparse al funerale degli Aquino  -

La partecipazione a un funerale, di norma, è dettata dalla sensibilità e quindi è una espressione individuale, e non il semplice tentativo di rispondere a un insieme di convenzioni sociali. Di solito ci si unisce nel cordoglio alla famiglia dello scomparso dall’ingresso in chiesa, fino al momento della cerimonia funebre.
Per qualcuno ha un’importanza notevole la presenza e la partecipazione, qualcuno vede l’ultimo passaggio sulla vita terrena proprio come una questione d’onore.
Più gente partecipa al lutto del caro estinto e più chiaro è il messaggio che viene rimandato alla popolazione del feudo criminale di appartenenza. Questa sembra essere la motivazione alla base della quale Padrini e picciotti sembrano aver aperto una sorta di casting forzato, ma retribuito, per riempire di comparse le chiese della Locride, da una parte per non far sfigurare il parente durante il suo lungo viaggio nell’aldilà, dall’altro per non rischiare di far sminuire il “peso” della famiglia. 
Le comparse avevano tutte un costo prestabilito: per tutti colore che avessero deciso di parteciparvi, la cosca era disposta a investire 10 euro come “pensiero” per la presenza. 
Questo spaccato particolare della ‘ndrangheta emerge proprio dall’inchiesta “Acero Krupy”, che ha interessato le cosche più potenti di Locri, Siderno e Marina di Gioiosa Jonica. 
Il fatto risalirebbe al 2012, quando la famiglia Aquino perse un proprio congiunto: era il periodo estivo e il caldo stagionale preoccupava la cosca del possibile boicottaggio del funerale.
Era Nicola Tassone a costringere la gente a partecipare al funerale, le modalità con cui giungeva all’obiettivo erano classiche del gruppo mafioso: prelevava tutti i ragazzi presenti sul lungomare, a volte anche con la forza, e li obbligava a partecipare al funerale.  
E se le cose non avessero preso la piega giusta e desiderata si sarebbe giunti ad usare le maniere forti, in genere la punizione preferita era quella di prenderli a bastonate ovunque li incontrassero

Carlotta Tomaselli

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