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10:49:00 - 29 OTTOBRE 2015

'AEMILIA': SI ALZA IL SIPARIO SUL PIU' GRANDE PROCESSO ALLA NDRANGHETA IN EMILIA MAI ALLESTITO

'AEMILIA': SI ALZA IL SIPARIO SUL PIU' GRANDE PROCESSO ALLA NDRANGHETA IN EMILIA MAI ALLESTITO -

La ndrangheta alla sbarra nel più grande processo mai allestito. Quello contro le infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna. E' iniziato ieri nell'aula super blindata del padiglione 19 della Fiera di Bologna, in piazza della Costituzione, l'udienza preliminare della maxi inchiesta "Aemilia". Presente anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha chiesto di costituirsi parte civile.  Sono una trentina le richieste. In maggioranza sono enti o associazioni, mentre solo quattro per ora sono i privati cittadini che hanno chiesto di costituirsi in riferimento a capi di imputazione che li vedono come danneggiati. 219 in tutto gli imputati nel processo contro il clan Grande Aracri di Cutro.  9 di loro sono rinchiusi nelle carceri speciali di massima sicurezza e per questo parteciperanno al processo collegati in video conferenza da mezza Italia, altri 35 sono stati accompagnati dal carcere della Dozza con un pullman e due cellulari scortati dalle auto della polizia penitenziaria.
E' un avvenimento senza precedenti per l'Emilia-Romagna, per i numeri e per le dimensioni del processo. In Emila la cosca ed i suoi alleati avevano messo le mani su tutto a iniziare dagli appalti per la ricostruzione post terremoto, cercato di condizionare elezioni amministrative in diversi Comuni per pilotare le istituzioni come fossero state burattini. Dentro l’aula da 500 posti, siedono i mammasantissima della cosca Grande Aracri di Cutro. Ci sono i loro picciotti e i prestanome, i professionisti e i politici che con loro hanno fatto affari o trovato accordo. Alla sbarra c'è il sistema della 'ndrangheta che nel giro di dieci anni si è presa parte dell’Emilia Romagna. Ci sono boss e reggipanza che hanno trasformato parte della provincia di Modena, Reggio Emilia e Parma in una succursale di quella di Crotone. Stesso metodo e stesse tecniche utilizzata in uno qualsiasi dei mandamenti della punta dello stivale. La Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna ipotizza reati per 189 diversi capi d'imputazione. Si va dall'associazione a delinquere di stampo mafioso, alle estorsioni, dalle minacce all'usura, dall'intestazione fittizia dei beni al falso in bilancio, dalla turbativa d'asta alla corruzione elettorale, per finire poi su tutta una serie di reati di diversa natura. "Aemilia" è una inchiesta che resterà nella storia. Non solo per i numeri, ma soprattutto perchè ha portato a galla il marciume insito in una regione che fino a poco tempo fa si considerava immune dagli attacchi ndranghetisti. Così, evidentemente, non è.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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