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12:21:00 - 29 OTTOBRE 2015

UCCISA DALLA FIGLIA 17ENNE, LE AVEVA VIETATO CELLULARE E COMPUTER

UCCISA DALLA FIGLIA 17ENNE, LE AVEVA VIETATO CELLULARE E COMPUTER -

I frequenti rimproveri alla figlia per il cattivo andamento scolastico.  Rimproveri che sarebbero culminati con il divieto categorico dell'utilizzo del cellulare e soprattutto del computer. Sarebbe questo il movente dell'omicidio dell'infermiera 44enne di Melito Porto Salvo uccisa il 25 maggio scorso con un colpo d'arma da fuoco alla tempia. Per quell'omicidio i carabinieri stamane hanno arrestato la figlia della donna, una studentessa di 17 anni.  Alla ragazza è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare. La minore è accusata di omicidio aggravato dai motivi abbietti e futili. Per gli inquirenti l'assassina avrebbe agito con lucida freddezza e con premeditazione. Inizialmente aveva raccontato agli investigatori che la madre era stata uccisa da un misterioso killer. Numerose incongruenze sono emerse, però, nel corso dell'interrogatorio. Al momento di quello che sembrava inizialmente essere un suicidio, all'interno dell'abitazione, oltre alla vittima, c'era soltanto la figlia. Era stata quest'ultima ad allertare lo zio riferendo che qualcuno aveva sparato alla madre. C'era stata anche la fantasiosa descrizione del fantomatico killer che avrebbe avuto un'altezza di oltre due metri. La donna era stata trovata riversa su un fianco, sul letto della propria camera e, con vicino al corpo, una pistola che poi era risultata appartenere al marito. L'ispezione cadaverica e la successiva autopsia avevano escluso che la donna si fosse suicidata.  A confermare i sospetti anche l'impronta digitale della stessa ragazza trovata sulla pistola utilizzata per uccidere la madre.  Gli accertamenti tecnici sull'arma hanno consentito di appurare che la ragazza non aveva raccontato la verità in considerazione del fatto che aveva sempre negato, in modo categorico, di aver mai toccato l'arma. Già i risultati dello Stub sulla ragazza poco dopo il ritrovamento del cadavere, aveva fatto emergere evidenti tracce secondo le quali a sparare sarebbe stata proprio lei. 
La ragazza, terminate le formalità, è stata portata, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, in un istituto penitenziario minorile fuori dalla Calabria.

ALESSANDRA BEVILACQUA


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