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17:05:00 - 04 NOVEMBRE 2015

SAN PELLEGRINO INNALZA AL 20% IL SUCCO DI ARANCIA NELLE BIBITE

SAN PELLEGRINO INNALZA AL 20% IL SUCCO DI ARANCIA NELLE BIBITE -

"Esprimo sincera soddisfazione per la decisione della multinazionale S.
Pellegrino di evidenziare sull'etichetta dei suoi prodotti imbottigliati destinati al consumo umano la presenza minima del 20% di succo di frutta". Lo dichiara il capogruppo di Ncd alla Regione, Giovanni Arruzzolo.
"Una battaglia in corso da decenni - prosegue Arruzzolo - che ha visto impegnate le rappresentanze delle categorie agricole, osteggiata sempre dalle multinazionali del settore, che avevano penalizzato le nostre produzioni agrumicole provocando una crisi pericolosa, a rischio estinzione dei nostri prodotti e delle nostre aziende. E' certamente un punto fermo, un primo paletto che argina taluni strapoteri nazionali e internazionali sempre contro il Mezzogiorno e le sue produzioni tipiche, da cui far ripartire una efficace campagna di sostegno e di promozione dell'agrumicoltura della Piana di Gioia Tauro, indebolita non solo dagli effetti perversi di talune logiche di mercato, ma anche da annate meteo inclementi che ne hanno messo a dura prova la tenuta e la voglia di intraprendere degli agricoltori, in moltissimi casi, piccoli e medi proprietari terrieri che da quella terra hanno saputo estrarre negli anni reddito e dignità umana".
"Voglio anche esprimere - sostiene ancora il capogruppo Ncd alla Regione - il mio sostegno alla Coldiretti che in questi anni ha sempre combattuto una battaglia di principio e di verità sulla qualità dei prodotti agricoli destinati al consumo umano, un obiettivo che adesso inizia a prendere consistenza. In un'epoca in cui e le conclusioni dell'Expo lo confermano, il genere umano tende a ritornare ai consumi agroalimentari compatibili con i cicli delle stagioni, accrescere la percentuale di succo naturale nelle bevande sospinge i prezzi ed il valore delle produzioni agrumicole verso livelli più accettabili dopo decenni di costanti disvalori, con le arance che non raggiungevano, o superavano in molti casi i sette centesimi al chilogrammo".
"Adesso - conclude Arruzzolo - dopo il momento della naturale euforia, è necessario che la nostra Regione, con le rappresentanze delle categorie produttive del settore, elabori quel necessario rilancio per mantenere le condizioni minime finalizzate al mantenimento dei fondi destinati all'agrumicoltura, stimolando le nuove generazioni a proseguire, con strumenti nuovi e migliorativi, il lavoro dei padri che ha garantito benessere a migliaia di famiglie per centinaia di anni".

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