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11:50:00 - 19 NOVEMBRE 2015

LEA GAROFALO, L'IMMAGINE PIU' TENACE E RIBELLE DELLA CALABRIA CONQUISTA L'ITALIA

LEA GAROFALO, L'IMMAGINE PIU' TENACE E RIBELLE DELLA CALABRIA CONQUISTA L'ITALIA -

Inarrestabilmente forte, ribelle, coraggiosa. E' l'immagine più vera di Lea Garofalo quella andata in onda ieri sera su Rai 1, all'interno del film ispirato alla storia di una delle donne simbolo della Calabria più tenace. La regia è di Marco Tullio Giordana lo stesso regista de 'I cento passi' che si è detto soddisfatto dell'entusiasmo dei ragazzi che hanno assistito all'anteprima. Il film, che vede nelle vesti di Lea l'attrice Vanessa Scalera, si basa su materiali di inchiesta e sulle sentenze dei processi che hanno condannato all'ergastolo Carlo Cosco e suoi complici. Una pellicola di forte impatto che racconta di come sia sempre possibile dire di no alla violenza, anche quando si vive in certi contesti.
Testimone di giustizia sottoposta a protezione dal 2002, Lea decise di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco. Ammessa già nel 2002 nel programma di protezione insieme alla figlia Denise e trasferita a Campobasso, si vede estromessa dal programma nel 2006 perché l'apporto dato non era stato significativo. Il 20 novembre del 2009 Cosco attirò l'ex compagna a Milano, anche con la scusa di parlare del futuro della loro figlia Denise. La sera del 24 novembre, approfittando di un momento in cui Lea rimane da sola senza Denise, Carlo la conduce in un appartamento che si era fatto prestare proprio per quello scopo. Ad attenderli in casa c'è Vito Cosco detto "Sergio". In quel luogo Lea viene uccisa. A portar via il cadavere da quell'appartamento saranno poi Carmine Venturino, Rosario Curcio e Massimo Sabatino. Il corpo di Lea viene infatti portato a San Fruttuoso, un quartiere di Monza, dove viene poi dato alle fiamme per tre giorni fino alla completa distruzione solo dopo la condanna di primo grado, Carmine Venturino inizia a fare dichiarazioni che nel processo d'Appello porteranno a rinvenire più di 2000 frammenti ossei e la collana di Lea Garofalo. Il 18 dicembre 2014 le condanne della Corte d'Assise d'Appello di Milano vengono tutte confermate dalla Cassazione che le rende definitive. La storia di Lea e di sua figlia Denise, che oggi vive in regime di protezione, è una storia capace di graffiare le coscienze e penetrare a fondo nell'animo umano. "Occorre rifiutare ogni forma di violenza, quella della criminalità organizzata, come quella del terrorismo e allo stesso tempo le donne vittime di violenza devono dire basta", lo ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini. "Denise, spiega ancora la Boldrini, è una donna in gamba, coraggiosa, porta con sé il peso e l'eredità della madre che ha avuto il coraggio di denunciare suo padre. Ha perso i suoi affetti, la mamma, il padre, gli zii, il fidanzato, è rimasta sola, ma è andata avanti in nome della dignità e della verità. Lea è stata uccisa due volte, vittima di femminicidio e della 'ndrangheta". Denise ha cambiato identità, ha cambiato vita, ha riconquistato un futuro difficile ma lontano dal baratro dell'omertà e delle mafie. Anche don Luigi Ciotti si è soffermato sul significato del film per "non dimenticare il coraggio di tante donne che per l'amore viscerale verso i propri figli vogliono dire basta, basta, basta alla cultura mafiosa". 
Intanto si sta progettando di proiettare il film su Lea e Denis a Petilia Policastro nel periodo di Natale. 


ALESSANDRA BEVILACQUA

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