NEWS

18:27:00 - 25 NOVEMBRE 2015

Castiglione Marittimo: una lapide per il Carabiniere bovalinese Nicola Marzano ammazzato nel 1927

Castiglione Marittimo: una lapide per il Carabiniere bovalinese Nicola Marzano ammazzato nel 1927 -


Si è svolta a Castiglione Marittimo, Comune di Falerna, la solenne cerimonia di commemorazione in ricordo dell’appuntato Michele Marzano di Bovalino e del carabiniere Raffaele De Dico di Longobucco, vittime il 17 luglio del 1927 di un agguato mortale ad opera di due malviventi del luogo. I due militari dell’Arma prestavano servizio presso la Stazione dei Carabinieri di Falerna e si trovavano in missione nella vicina frazione di Castiglione Marittimo quando, in un’imboscata furono raggiunti da diversi colpi di arma da fuoco. “Vittime della lotta contro la delinquenza”, così si legge in una cartolina postale dell’epoca. “Due eroi, ha commentato la nipote Fortunata Marzano residente nella frazione  Bosco di Bovalino, nel suo breve intervento di saluto alla cittadinanza e alle autorità presenti,  il cui sacrificio, nonostante i quasi ottantanove anni trascorsi, non può e non deve giacere nell’oblio. Ripercorrere i luoghi della memoria è un dovere delle Istituzioni ma è anche e soprattutto un dovere della società civile”. L’Arma dei Carabinieri, rappresentata dal Capitano della Compagnia di Lamezia Terme ha presenziato in grande uniforme.  Presenti il sindaco e l’amministrazione comunale di Falerna, il comandante dei Vigili Urbani di Longobucco e l’Associazione Società Operaia di Mutuo Soccorso che assieme alle Istituzioni locali hanno organizzato l’evento. Dopo la Messa, la cerimonia di benedizione della lapide, collocata sul Monumento ai Caduti nella piccola piazza del Centro storico di Castiglione Marittimo, il Sindaco, commosso per la “una storia che, confesso, ignoravo” ha parlato di “Due servitori dello Stato, due gendarmi colpiti nell’adempimento del loro dovere e rimasti per lungo tempo nel più oscuro anonimato. È proprio per questo che mi pare che questa cerimonia acquisti una rilevanza maggiore: perché va a sollevare il velo dell’oblio posatosi su una memoria cancellata. Sappiamo davvero poco di questi due carabinieri caduti nel 1927 in un’imboscata tesa da due latitanti. Ma quello che sappiamo è più che sufficiente per onorarli. Perché nella loro morte dimenticata noi abbiamo oggi l’opportunità di ricordare le tante, troppe, morti dimenticate di militi caduti nel semplice adempimento del loro dovere. La nostra terra, il nostro Paese, ha visto centinaia di vite spezzate per avere indossato una divisa e non sono poche le volte che quella medesima divisa non trova nel sentire comune quella comunanza e quell’apprezzamento che le spetta di diritto. L’appuntato Michele Marzano e Raffaele De Dico rivestono, pertanto, un significato più ampio della loro personale vicenda: essi possono ben rappresentare l’equivalente della funzione del milite ignoto. La signora Fortunata Marzano, a nome della famiglia, ha tra l’altro detto che“Le città di Bovalino, di Longobucco e di Falerna saranno da oggi più vicine, legate da un sottile filo che le riporta a quel tragico evento di ottantanove anni fa, ma anche da un comune impegno civile e da un forte desiderio di riscatto per l’intera Calabria che non è semplicemente terra di mafia e di delinquenza come qualcuno la vorrebbe dipingere, ma di tradizioni e di cultura”. Il Benemerito Michele Marzano che al momento della morte aveva ventisei anni, ha avuto sepoltura nel cimitero di Bovalino, in una tomba di famiglia costruita all’epoca su diretto interessamento di Benito Mussolini.

Il commosso ricordo della sorella Fortunata Marzano

Il 17 Luglio del 1927 su questo territorio appartenente al Comune di Falerna si consumava il triste avvenimento che vedeva coinvolti in un agguato mortale due giovani appartenenti all’Arma dei Carabinieri in servizio presso la locale Stazione.“Vittime della lotta contro la delinquenza” – così si legge in una cartolina postale dell’epoca – l’appuntato Michele Marzano e il Carabiniere Raffaele De Dico sono stati due eroi il cui sacrificio, nonostante i quasi ottantanove anni trascorsi, non può e non deve giacere nell’oblio. Ripercorrere i luoghi della memoria è un dovere delle Istituzioni ma è anche e soprattutto un dovere della società civile che deve saper discernere e custodire il senso profondo dell’esistenza attraverso la storia.

Siamo qui, se pur con imperdonabile ritardo, a rendere omaggio a due umili servitori dello Stato; per qualcuno colpevoli di essersi schierati dalla parte sbagliata a tutela della legalità e della giustizia, colpevoli per aver compiuto dignitosamente e coraggiosamente il loro dovere. Siamo grati a chi oggi ha voluto disvelare, consegnandolo alle future generazioni, il ricordo di quel triste episodio che ha toccato in profondità la sensibilità e la coscienza di tanti nostri concittadini che all’epoca hanno direttamente o indirettamente assistito inermi a quella barbara esecuzione. L’incoscienza armata e violenta della criminalità, di chi ostenta onorabilità e rispetto ma non ne conosce il vero significato, di chi si dice padrone del territorio ma misconosce il senso del vivere sociale, colpiva allora così come colpisce ancora oggi in questa nostra amata e spesso dimenticata terra di Calabria. All’Appuntato Michele Marzano e al Carabiniere Raffaele De Dico è rivolto il nostro pensiero di riconoscenza, perché niente più debba essere lasciato al caso o dimenticato. E da questa solenne cerimonia di commemorazione dei nostri congiunti, rinnovando la nostra promessa di fede in Gesù Cristo, oggi da Falerna, si alzi il nostro grido di libertà contro ogni forma di criminalità e di delinquenza, contro ogni forma di ingiustizia e di potere occulto che inibisce il nostro comune senso di appartenenza, i nostri sentimenti di pace e di speranza verso un futuro migliore.

Le città di Bovalino, di Longobucco e di Falerna saranno da oggi più vicine, legate da un sottile filo che le riporta a quel tragico evento di ottantanove anni fa, ma anche da un comune impegno civile e da un forte desiderio di riscatto per l’intera Calabria che non è semplicemente terra di mafia e di delinquenza come qualcuno la vorrebbe dipingere, ma di tradizioni e di cultura. Dalla sottoscritta e dalla qui presente famiglia Marzano di Bosco di Bovalino, giungano i nostri più cordiali saluti al Sindaco e all’Amministrazione comunale di Falerna; all’Arma dei Carabinieri, qui rappresentata dal Comando Stazione di Falerna, alla quale ci lega un familiare rapporto di riconoscenza e di stima; al Sindaco e all’Amministrazione comunale di Longobucco; al Parroco e alla Società Operaia che ci ha ospitato e che assieme alle autorità locali è stata l’organizzatrice di questo evento. Un fraterno e affettuoso abbraccio va alla famiglia De Vico di Longobucco, alla comunità parrocchiale di Castiglione Marittimo e all’intera Cittadinanza di Falerna.

 

Il discorso del Sindaco di Castiglione Marittimo

All’emozione per questo importante momento istituzionale e personale si unisce la commozione per l’essere venuto a conoscenza di una storia che, confesso, ignoravo. Due servitori dello Stato, hanno detto tanti, tutti quanti mi hanno preceduto . Due gendarmi colpiti nell’adempimento del loro dovere e rimasti per lungo tempo nel più oscuro anonimato. È proprio per questo che mi pare che questa cerimonia acquisti una rilevanza maggiore: perché va a sollevare il velo dell’oblio posatosi su una memoria cancellata. Sappiamo davvero poco di questi due carabinieri caduti nel 1927 in un’imboscata tesa da due latitanti. Ma quello che sappiamo è più che sufficiente per onorarli. Perché nella loro morte dimenticata noi abbiamo oggi l’opportunità di ricordare le tante, troppe, morti dimenticate di militi caduti nel semplice adempimento del loro dovere. La nostra terra, il nostro Paese, ha visto centinaia di vite spezzate per avere indossato una divisa e non sono poche le volte che quella medesima divisa non trova nel sentire comune quella comunanza e quell’apprezzamento che le spetta di diritto. L’appuntato Michele Marzano e Raffaele De Vico rivestono, pertanto, un significato più ampio della loro personale vicenda: essi possono ben rappresentare l’equivalente della funzione del milite ignoto. I loro nomi sono forse quanto ci resta delle loro vite, ma la loro comune morte ci induce a riflettere una volta di più, e non è mai abbastanza, sul rischio quotidiano che tanti nostri giovani si assumono per difendere quei valori senza i quali la nostra società smetterebbe di tenersi in piedi. La mano vile dell’illegalità, oggi come allora, oggi più di allora, può attentare alla loro incolumità per i motivi più vari e imprevedibili. Ogni appartenente alle forze dell’ordine che tenga fede al giuramento prestato, meriterebbe, solo per questo, un riconoscimento: perché in tempi come i nostri nei quali la responsabilità, l’onore e il senso del dovere paiono virtù civiche che riscuotono scarso apprezzamento, l’esempio è l’unico antidoto che possiamo e dobbiamo ricercare. Marzano e De Vico servirono sino in fondo la loro divisa e i valori che essa presuppone. Onorarli in questa giornata vuol dire restituire loro la dignità della memoria, alla quale hanno pieno diritto.

La motivazione sulla lapide

IN DATA 17 LUGLIO 1927, DURANTE UN SERVIZIO DI PATTUGLIAMENTO,   INFORMATI DELLA PRESENZA DI  LATITANTI IN CASTIGLIONE MARITTIMO CON LO SPIRITO DI SACRIFICIO E ATTACCAMENTO AL DOVERE, DA SEMPRE RADICATO NELL’ANIMO DI  TUTTI GLI APPARTENENTI ALL’ARMA BENEMERITA, L’APPUNTATO MICHELE MARZANO DA BOVALINO E IL CARABINIERE RAFFAELE DE VICO DA LONGOBUCCO SI PRECIPITAVANO IMMEDIATAMENTE SUL LUOGO SEGNALATO. IVI GIUNTI VENIVANO PRODITORIAMENTE ATTINTI DA COLPI D’ARMA DA FUOCO. MORTALMENTE  FERITI RENDEVANO LA LORO ANIMA A DIO NEI LOCALI DI PERNOTTAMENTO DI CASTIGLIONE; FULGIDO ESEMPIO DI SPREGIO DEL PERICOLO E ATTACCAMENTO AL DOVERE FINO AL SUPREMO SACRIFICIO DELLA PROPRIA VITA. IN LORO ONORE VIENE ERETTA QUESTA STELE A PERENNE RICORDO E IMPERITURA MEMORIA

 Castiglione Marittimo 08 novembre 2015

Articolo di Domenico Agostini

« ARCHIVIO