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20:05:00 - 08 DICEMBRE 2015

SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA, L'OMELIA DEL VESCOVO OLIVA

(Cattedrale di Gerace – 8 dicembre 2015)

SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA, L'OMELIA DEL VESCOVO OLIVA -



 

Iniziamo oggi il Giubileo Straordinario della Misericordia. Perché proprio l’8 dicembre? Papa Francesco ne spiega le ragioni:

Questa festa liturgica indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio non ha voluto lasciare l’umanità sola ed in balìa del male. Per questo ha pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore, perché diventasse Madre del redentore dell’uomo. Dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono” (MV 3). L’anno giubilare è un anno che ha come obiettivo di farci sperimentare la misericordia del Padre, di un Dio che non si stanca degli uomini, che prende a cuore la nostra umanità. Oggi, c’è tanto bisogno di misericordia, un bisogno immenso. Sono tanti i drammi in cui versa la nostra società, lacerazioni grandi e piccole, di cui tante esistenze portano il segno, incomprensioni e rancori che durano nel tempo, le durezze e chiusure che non vengono meno. Una cosa appare chiaro: la misericordia non ce la possiamo dare da soli, l’uomo e la donna non possono darsela da soli. La possono solo ricevere come un dono.

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci ha richiamato il peccato originale, quel dramma iniziale che continua a condizionare tutta la nostra storia.  Ma ci ha anche consegnato una bella notizia, un vangelo: Dio non ha abbandonato le sue creature, se ne prende cura e interviene nella loro storia. La misericordia di Dio non viene meno, nonostante che l’uomo ADAMO scelga di fare da solo, decida autonomamente ciò che è bene e ciò che è male, consideri l’esistenza come sua proprietà, e non come un dono. La scelta di ADAMO non porta Dio a sentimenti di rivalsa o di rancore. Dio si sente responsabile di ADAMO. Come ricorda papa Francesco “La misericordia di Dio è la sua responsabilità verso di noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni” (MV 9). “E’ proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta la sua onnipotenza” (MV 6). “La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona” (ididem). C’è un Dio che “fa grazia”, che “colma di grazia”, perché non rinuncia al suo progetto con l’umanità. Ma Egli non vuole agire da solo: “Colui che ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te” (S Agostino). Dio chiede la collaborazione di una creatura, di Maria. Fin dal suo concepimento la sceglie e predilige, preservandola da ogni peccato. Lo Spirito la rende feconda per generare al mondo il Figlio dell’Altissimo. Maria accoglie il disegno di Dio, si rende disponibile, aderisce con tutto il suo essere donna; rende possibile il farsi uomo del Figlio di Dio attraverso la sua femminilità rinnovata dal dono della grazia.

Oggi guardiamo a Maria come il capolavoro di Dio. Capolavoro di Dio: la tutta santa, destinata dall’eternità ad essere Madre del Salvatore. Attraverso Maria, “riempita di grazia”, Dio “fa grazia” all’umanità. Volgendo lo sguardo alla storia della salvezza, scorgiamo la grazia di Dio all’opera in Maria.

Maria si presenta come Madre di misericordia. In una delle preghiere mariane più care al popolo cristiano, la "Salve regina", noi chiamiamo Maria "Madre di misericordia".

Maria è "Madre di misericordia", perché ha avuto la comprensione più profonda di quellabisso di misericordia che è il cuore di Dio, avendone vissuto unesperienza unica ed irripetibile. E’ Madre di misericordia, perché nessuno al pari di Lei ha accolto nella sua mente e nel suo cuore il mistero della misericordia di Dio verso la sua miseria e verso la miseria di ogni uomo: "ha guardato allumiltà della sua serva".

Lincarnazione del Verbo, prima manifestazione dellamore misericordioso, è avvenuta nel suo grembo: è da Lei che il Verbo ha preso forma nella natura umana. Maria ha partecipato sino in fondo al mistero della nostra salvezza, è stata penetrata fino alla radice del suo essere dalla rivelazione della misericordia del Padre. "Soffrendo profondamente col suo unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente allimmolazione della vittima da lei generata" (LG 58), Maria ha capito fino a quale limite si spingeva la misericordia del Padre nel donare il suo Figlio. Attraverso il dolore ha compreso la "serietà" di quella condivisione dellumana miseria a cui il Figlio di Dio era stato spinto.

Maria è Madre di misericordia, perché della misericordia di Dio ha fatto unesperienza unica. E’ Madre di misericordia, perché piena di misericordia verso ogni miseria umana. "La tua benignitàdice il poeta – non pur soccorre/ a chi domanda, ma molte fiate/ liberamente al domandar precorre./ In te misericordia, in te pietate " (Paradiso XXXIII).

Ci aiuta la parola "misericordia" che comprende in sé due parole: "miseria" e "cuore". Il "cuore" esprime la capacità di amare di una persona, la "misericordia" è amore che guarda alla miseria della persona umana, ne ha compassione, se ne prende cura. La Rivelazione attribuisce al Signore Iddio la misericordia; afferma che Dio è "ricco di misericordia" [Ef 2,4]. Lamore di Dio non è un amore qualsiasi: è un amore misericordioso, che "sente" la nostra miseria come fosse la Sua propria miseria ed opera per toglierla.

Come rispondere a Dio ricco di misericordia verso di noi?

Come accogliere questo Giubileo della Misericordia?

·         Innanzitutto con la gioia: la gioia del Signore che viene, che prende il posto della paura di fronte a Dio. Non a caso la prima parola dell’angelo a Maria è “rallegrati”. E’ la gioia che non viene meno neanche di fronte alle situazioni più difficili, perché nutrita di fiducia, dalla certezza che il Signore è con noi ed il suo Spirito continua ad agire nel mondo.

·         Con la disponibilità ad accogliere DIO ed il suo progetto. Siamo chiamati ad entrare nel suo disegno che sconvolge i nostri piani e ci chiede di vivere da protagonisti l’avventura che trasforma la nostra esistenza, in quella di figli dello stesso Padre.

·         Accogliendo la missione di annunciare la misericordia di Dio, che è il cuore pulsante del vangelo, che “deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona” (MV 12).

Concludo, esprimendo un sogno per questo anno della Misericordia, che consegno con fiducia e amore a tutti voi qui presenti e a tutta la nostra chiesa diocesana: facciamo in modo che “nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia” (MV 12).

Nello spirito di amore per la nostra terra, lottiamo contro la tentazione di ADAMO, l’orgoglio e l’arroganza che ci portano a voler affermare sempre noi stessi ed i nostri interessi. Mettiamo da parte lo spirito di vendetta, di rancore, di sospetto reciproco, la via della corruzione per realizzare affari illeciti a discapito del bene comune. Diveniamo costruttori di pace rivestendoci dei sentimenti di Cristo.

Maria Immacolata sarà al nostro fianco, se ci adopereremo ad essere “misericordiosi come il Padre”. Non c’è nulla di più bello del lasciarsi abbracciare dalla sua misericordia e dal renderla visibile con gesti di bontà prima ancora che con parole. E’ una conversione continua che deve liberarci dalle radici della cattiveria, che condizionano tutto il nostro agire.

Maria, Madre della divina Misericordia, prega per noi.

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