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09:41:00 - 11 DICEMBRE 2015

Operazione Ulivo 99: inflitti 54 anni ai 5 imputati

Operazione Ulivo 99: inflitti 54 anni ai 5 imputati -

L’indagine, denominata operazione Ulivo 99 (dal nome dell’account di posta elettronica utilizzati da uno degli indagati), è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Roccella Jonica e scaturisce dalle dichiarazioni rese formalmente nel 2012 da un collaboratore di giustizia, che hanno permesso di conseguire importanti elementi probatori in relazione all’esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, operante a livello internazionale lungo l’asse Bolivia – Olanda – Romania – Santhià (VC) e Gioiosa Jonica, e che vede al vertice Jerinò Giuseppe anche in qualità di principale finanziatore, Scuteri Angelo, quale organizzatore materiale, deputato all’acquisto, introduzione e trasporto dello stupefacente, con la fattiva collaborazione di Tripodi Demetrio, Ameduri Rocco, Vallelonga Marino, Bellucci Pietro, Di Giorgio Antonio ed altre cinque persone, tra le quali anche alcuni imprenditori nel campo del commercio di legnami.
Condanne per complessivi 54 anni sono state inflitte dal gup di Reggio Calabria nei confronti dei cinque imputati. Tutti quanti sono stati individuati all'esito di un'indagine minuziosa del procuratore aggiunto Nicola Gratteri partita dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, quindi pazientemente sviluppata con intercettazioni, monitoraggio e pedinamenti che hanno permesso non solo di sequestrare due ingenti carichi di droga, ma anche di fermare tutti gli indagati quando il rinvenimento di una cimice li aveva indotti a progettare un immediato trasferimento all'estero.
 Per gli inquirenti, sono dunque a vario titolo tutti coinvolti nella rete di narcotraffico messa in piedi dal boss Jerino' attorno alla Mondoparquet, ditta di lavorazione del legno con sede a Santhia', che lungi dallo svolgere tale attivita', era utilizzata per effettuare importazioni di ingenti quantitativi di cocaina. La coca - hanno scoperto gli inquirenti - viaggiava nascosta nei container di legname, che la ditta, almeno formalmente, acquistava in Sudamerica per la produzione di laminati o addirittura all'interno delle assi di parquet.

Carlotta Tomaselli 

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