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10:09:00 - 16 DICEMBRE 2015

Operazione ‘Saggio Compagno’ 36 fermi. Ecco chi era la ‘Ndrina Cinquefrondese

Operazione ‘Saggio Compagno’ 36 fermi. Ecco chi era la ‘Ndrina Cinquefrondese  -

Nel Novembre del 2013 la Compagnia dei Carabinieri di Taurianova, aiutata da alcuni dettagli provenienti da diversi collaboratori di giustizia, aveva delineato i particolari e definito l’appartenenza degli indagati alle cosche Petullà, Foriglio e Ladini, l’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico era nota come locale di Cinquefrondi, e operante anche nel territorio di Anoia, ma con ramificazioni in tutta la provincia. 
L’attività della cosca, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, era finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento latitanti, nonché delitti volti ad acquisire direttamente e indirettamente la gestione e il controllo di attività economiche, in particolare nel settore degli appalti boschivi.
La dura realtà venuta a galla si rifà non solo ad un vero e proprio “supermarket” di armi messo su illecitamente, ma anche all’infedeltà di persone appartenenti alle forze dell’ordine. A renderlo noto, il Procuratore della Repubblica di Reggio che ha sottolineato “la solita intimidazione di stampo mafioso” con cui si muovono le cosche, con percentuali di pressione elevatissime. Anche se i nomi finiti sotto accusa non sono quelli “storici” della malavita organizzata della Piana di Gioia Tauro non bisogna sottovalutare le ‘ndrine che hanno operato in queste zone del territorio, tra tutti i fermati sarebbe Giuseppe Ladini il capo della presunta nuova ‘ndrina, infatti secondo l’accusa sarebbe stato lui a raccogliere il bastone del comando dopo l’arresto di Francesco Rocco Ieranò, l’uomo arrestato nel 2013 divenuto poi un prezioso collaboratore di giustizia. Nell’ambito dell’operazione erano stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore di circa 500 mila euro. Intanto l’Amministrazione Comunale di Cinquefrondi - scrive in una nota - facendosi interprete del pensiero dell’intera cittadinanza: “esprime apprezzamento per l’azione svolta dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine. Consapevoli che solo l’esito di una valutazione di tutte le circostanze potrà divenire giudizio certo. Saranno valutate tutte le opportune iniziative a difesa dei diritti violati, del buon nome di Cinquefrondi e per il ripristino di ogni regola di civile convivenza.”
 
Carlotta Tomaselli 

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