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11:35:00 - 28 DICEMBRE 2015

Caso Cacciola: Operazione ONTA DUE le motivazioni della sentenza

Caso Cacciola: Operazione ONTA DUE le motivazioni della sentenza -

Per i giudici della corte d’Appello, i genitori e il fratello della testimone di giustizia, Maria Concetta Cacciola, hanno costretto la donna a ritrattare per agevolare la cosca Bellocco e salvare così “l’onore” della famiglia.
L’accusa è di concorso in violenza privata e minaccia, per costringere a commettere un reato al fine di rendere le dichiarazioni, precedentemente rese ai magistrati, non vere.
L’operazione ha preso il nome di “Onta due”, e ha riguardato proprio la presunta ritrattazione della donna, estorta con violenza, aggravata dal fatto di aver favorito la cosca mafiosa dei Bellocco, la Corte d’Appello ha disposto che Michele Cacciola venga condannato a 4 anni e 2 mesi di detenzione in più rispetto alla precedente sentenza emessa in Appello, per un totale di 8 anni e 8 mesi di carcere. Mentre i giudici hanno dato 7 anni e 4 mesi a Giuseppe Cacciola, e ad Anna Rosalba Lazzaro hanno inflitto una pena di 5 anni e 6 mesi di carcere. Mentre per l’avvocato Vittorio Pisani, divenuto successivamente collaboratore di giustizia, la condanna definitiva è stata di 2 anni e 8 mesi.
Condanne aumentate per tutti, tranne che per l’avvocato. 
Maria Concetta Cacciola è morta ingerendo dell’acido muriatico, le finalità del gesto erano quelle di far ritrattare le dichiarazioni accusatorie precedentemente rese dalla donna nei confronti della “famiglia”, una donna morta prematuramente, ma grazie alla quale la Dda reggina ha successivamente portato a termine importanti operazioni come “Califfo” e “Tramonto.”
Maria Concetta sapeva troppo, aveva visto troppo ma soprattutto aveva parlato con chi proprio non doveva, e la sua famiglia l’ha punita: i genitori e il fratello della testimone di giustizia di Rosarno, morta il 20 Agosto 2011, sono responsabili di aver costretto la giovane ad abbandonare il programma di protezione e soprattutto, sono responsabili, per averla costretta a ritrattare con un registrazione falsa e di averla successivamente uccisa. 

Carlotta Tomaselli

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