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17:16:00 - 30 DICEMBRE 2015

SALDI IN ARRIVO...MA CHI COMPRA?

SALDI IN ARRIVO...MA CHI COMPRA? -

Il post festività è difficile da affrontare, l’aria benevola del Natale termina, l’ingenua speranza carica di buoni propositi ci abbandona, per non parlare degli incontri con amici e parenti che diverranno sempre più occasionali.

La terapia è una sola: lo shopping, sano e concreto rimedio ai tedianti momenti post natalizi, perché si sa Gennaio fa rima con Saldi tanto quanto Natale con Panettone, vischio e regali da scartare.

Ma se neppure i tanto attesi saldi riuscissero a rilanciare i consumi? Secondo varie statistiche, sembrerebbe infatti che solo quattro famiglie su dieci si lascerebbero tentare dai prezzi ribassati e che sempre più negozi hanno chiuso i battenti nel corso del 2015.

Dal 2011 mancano all’appello circa 140 mila negozi, bar e ristoranti ed il bilancio di chiusura annua segnala un dato allarmante, ben 29 mila imprese in meno.

“Attività commerciali e pubblici esercizi non sono ancora usciti da uno stato di difficoltà che ormai dura da cinque anni. La ripartenza dei consumi, che pure c’è stata è ancora troppo recente e modesta per portare ad una rapida inversione di tendenza” afferma il Presidente della Confesercenti, Massimo Vivoli.

A mali estremi,estremi rimedi, i venditori sembrerebbero pronti a proporre prezzi ribassati più della metà, con promozioni  a prova di recessione.

L’Unione nazionale consumatori attende ribassi medi sopra il 30 % per i vestiti, in crescita di quasi cinque punti percentuali dallo scorso anno, per le calzature gli sconti medi saliranno al 27,35 %, mentre sarà difficile fare affari comprando accessori.

Nonostante i forti ribassi però la spesa per i saldi rimarrà in linea a quella dello scorso anno, circa 180 euro a famiglia.

Secondo il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, il calo delle vendite è da imputare all’eccessiva vicinanza tra il Natale e l’inizio dei saldi, e propone ulteriormente di liberalizzare gli sconti a discrezionalità dei venditori.

Secondo Confesercenti la soluzione è introdurre affitti a canone concordato e cedolare secca per le nuove imprese  che aprono in uno dei 600 mila locali sfitti per mancanza di attività.

Una soluzione che gioverebbe a molti e che farebbe ritornare questo, uno dei periodi più attesi dell’anno.

SARA FAZZARI

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