Il post festività è difficile da affrontare, l’aria benevola del Natale termina, l’ingenua speranza carica di buoni propositi ci abbandona, per non parlare degli incontri con amici e parenti che diverranno sempre più occasionali.
La terapia è una sola: lo shopping, sano e concreto rimedio ai tedianti momenti post natalizi, perché si sa Gennaio fa rima con Saldi tanto quanto Natale con Panettone, vischio e regali da scartare.
Ma se neppure i tanto attesi saldi riuscissero a rilanciare i consumi? Secondo varie statistiche, sembrerebbe infatti che solo quattro famiglie su dieci si lascerebbero tentare dai prezzi ribassati e che sempre più negozi hanno chiuso i battenti nel corso del 2015.
Dal 2011 mancano all’appello circa 140 mila negozi, bar e ristoranti ed il bilancio di chiusura annua segnala un dato allarmante, ben 29 mila imprese in meno.
“Attività commerciali e pubblici esercizi non sono ancora usciti da uno stato di difficoltà che ormai dura da cinque anni. La ripartenza dei consumi, che pure c’è stata è ancora troppo recente e modesta per portare ad una rapida inversione di tendenza” afferma il Presidente della Confesercenti, Massimo Vivoli.
A mali estremi,estremi rimedi, i venditori sembrerebbero pronti a proporre prezzi ribassati più della metà, con promozioni a prova di recessione.
L’Unione nazionale consumatori attende ribassi medi sopra il 30 % per i vestiti, in crescita di quasi cinque punti percentuali dallo scorso anno, per le calzature gli sconti medi saliranno al 27,35 %, mentre sarà difficile fare affari comprando accessori.
Nonostante i forti ribassi però la spesa per i saldi rimarrà in linea a quella dello scorso anno, circa 180 euro a famiglia.
Secondo il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, il calo delle vendite è da imputare all’eccessiva vicinanza tra il Natale e l’inizio dei saldi, e propone ulteriormente di liberalizzare gli sconti a discrezionalità dei venditori.
Secondo Confesercenti la soluzione è introdurre affitti a canone concordato e cedolare secca per le nuove imprese che aprono in uno dei 600 mila locali sfitti per mancanza di attività.
Una soluzione che gioverebbe a molti e che farebbe ritornare questo, uno dei periodi più attesi dell’anno.
SARA FAZZARI