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11:16:00 - 07 GENNAIO 2016

RIVOLTA DEI MIGRANTI A ROSARNO: SEI ANNI DOPO ECCO COSA E' CAMBIATO

RIVOLTA DEI MIGRANTI A ROSARNO: SEI ANNI DOPO ECCO COSA E' CAMBIATO -

E' ancora vivo nella mente di tutti a Rosarno quanto accadde sei anni fa. Il 7 gennaio del 2010 per la Piana di Gioia Tauro è il simbolo della goccia che fa traboccare il vaso, la scintilla che scatena l'inferno. E l'inferno lo provocarono i migranti che misero a ferro e a fuoco un'intera città portando la luce dei riflettori di tutto il mondo sulle campagne dell'agro rosarnese. Una rabbia esplosa in un secondo ma covata per mesi forse, addirittura, per anni e riversata su tutto ciò che hanno incontrato. Centinaia di migranti africani provenienti dai ghetti delle periferie nord e sud, imbracciando spranghe e bastoni, misero a soqquadro le strade di Rosarno. La popolazione spaventata si barricò nelle case, mentre decine di automobili, centinaia di vetrine ed insegne furono completamente distrutte. A fuoco fuorono mandati persino i cassonetti dei rifiuti. Il bilancio: drammatico. 53 feriti. La causa scatenante di quella reazione di violenta fu la notizia che alcune ore prime ignoti, rimasti tali ancora oggi, avevano sparato alcuni colpi di fucile ad aria compressa caricato con pallini da caccia contro tre extracomunitari. Ferite leggere per i sanitari, ma pesanti come anni di povertà ed umiliazioni per i migranti che appresa la notizia reagirono. Per ore la città rimase in mano ai rivoltosi, sulla statale 18 in località Spartimento di contrada Bosco una donna che viaggiava in auto con due bambini fu fermata ed aggredita. Soltanto l'intervento dei reparti antisomma di polizia e carabinieri riuscì a contenere la furia della protesta. A sei anni di distanza, mentre imperversa la crisi dell'agricolutura ed il prezzo degli agrumi continua a crollare, la situazione rimane delicata nella zona. Migliaia sono i migranti che affollano le tendopoli di San Ferdinando ed il campo container di Testa dell'Acqua. Aumentano di giorno in giorno le preoccupazioni. Ma questa volta lo Stato non si farebbe cogliere impreparato. Le zone dove risiedono oltre 1500 ragazzi di colore sono presidiati da Polizia e Carabinieri, così le strade che intorno ai centri di raccolta e il centro urbano di Rosarno. Postazioni fisse della Polizia, volanti e gazzelle dei carabinieri. Ma l'atmosfera non è più tesa come allora.  Oggi rabbia e violenza sembrano aver lasciato il posto ad una più pacifica convivenza, di inumano restano però le condizioni in cui vivono centinaia di migranti sei anni dopo.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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