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10:24:00 - 15 GENNAIO 2016

CALCIO: LETTERA DEL PRESIDENTE DEL GROTTERIA AL PRESIDENTE LND CALABRIA

CALCIO: LETTERA DEL PRESIDENTE DEL GROTTERIA AL PRESIDENTE LND CALABRIA -

Egregio Presidente LND Saverio Mirarchi,
Sono Francesco Fazzari, Presidente dell’ A.S.D. Grotteria Calcio, una squadra che attualmente milita nel campionato di Prima Categoria girone D nella Provincia di Reggio Calabria.
Questa mia comunicazione non è volta a sollevare le solite lamentele in merito alle condizioni sulle quali versa, da ormai troppo tempo, il calcio calabrese, non è neppure una sterile accusa priva di motivazioni, è una testimonianza sincera di quanto si stia verificando negli ultimi anni all’interno del terreno di gioco, ed io, testimone oculare, mi sento in dovere di renderLa partecipe.
La mia squadra è ritornata in auge da soli 5 anni dopo 20 anni di assenza dal calcio dilettantistico, e l’allora Presidente era mio padre, detto ciò non penso vi sia la necessità di spiegare ulteriormente quale significato affettivo abbia per me l’A.S.D. Grotteria Calcio.
Squadra che durante questi anni non ha rappresentato soltanto una rivincita verso i quanti non hanno mai scommesso un euro nel riportare il calcio in un paese che di problemi da risolvere ne ha parecchi, ma soprattutto una mia personale rivincita, credendo che il sacrificio e la dedizione verso uno sport potessero avere la meglio sugli ostacoli di percorso che si sarebbero verificati in seguito.
Durante questi anni di ascesa, dapprima in terza categoria, poi in seconda e adesso in prima categoria, ho potuto constatare quante problematiche il calcio dilettantistico si trova ad affrontare, ma quella più evidente ed a mio avviso difficilmente “curabile”, è la mentalità sbagliata, non soltanto dei Dirigenti ma anche e soprattutto dei calciatori.
Le parla una persona innamorata del calcio, che porta il proprio figlio la domenica a giocare, che guarda le partite in televisione e che nonostante tutto spera di rivedere la stessa grinta e determinazione che purtroppo sta venendo a mancare, in un tempo in cui le priorità sono ben altre.
Credo nel calcio sano e corretto, nel divertirsi ma anche nel mettere il proprio impegno.
Cosa succede però se ad una o più partite, come si è purtroppo già verificato nel corso di questo campionato, la determinazione e la meritocrazia non serva a niente perché un “banale” errore arbitrale possa compromettere in modo irreversibile l’esito della gara?
Non sono mai stato un qualunquista che vuole sviare il problema puntando il dito verso il bersaglio facile, non ho scritto al primo episodio, ma dopo un notevole numero di penalizzazioni subite da arbitri non caratterialmente pronti ad affrontare un campionato come questo.
Ho già fatto qualche segnalazione in passato e la risposta è stata a dir poco avvilente: “Non abbiamo abbastanza arbitri”, ciò consegue il mandare ragazzini, che dopo qualche esperienza nel settore giovanile, si trovano a gestire impreparati partite di gran lunga più impegnative in Prima categoria.
Rispetto la loro funzione all’interno del gioco e la tutela che deve essere portata avanti affinché episodi di violenza non succedano più, però non accetto la politica scorretta dell’essere intoccabile. Tutela sì, ma con le dovute attenzioni.
Le racconto un episodio recente, settimana scorsa abbiamo affrontato una trasferta a Reggio Calabria, per disputare la prima partita del girone di ritorno contro il San Gaetano, gara inizialmente corretta e prestazione arbitrale sufficiente, nel secondo tempo un totale disastro. Il nervosismo in campo (e non pressioni esterne mi auguro) hanno influenzato negativamente il giudice di gara che oltre ad un’infinità di cartellini gialli a nostro sfavore ha espulso ben due giocatori, limitandoci tutte le possibilità di poter pareggiare la partita.
La seconda espulsione ha causato diverbi fra la nostra panchina e l’arbitro il quale ha deciso irremovibilmente di sospendere la gara, scrivendo poi sul comunicato di una presunta aggressione fisica.
Inutile dire la reazione dei giornali, abili ad inventare pur di fare notizia, l’umore della squadra dopo essere stata dipinta come “aggressiva”, e l’umore mio personale dinanzi ad un fatto del genere.
Capisco la tutela, comprendo appieno che fare l’arbitro sia diventata sempre di più una rara vocazione, la mancanza di fondi per proteggere questa categoria, e a noi però chi ci salvaguardia?
L’esito di quella partita non è stato il semplice averla persa 3-0 per la sospensione della gara, non è stato neanche l’anno e mezzo di squalifica del presunto aggressore, neanche 4 giornate all’espulso, o un mese a me come guardalinee e qualche giorno all’allenatore, per non parlare dei 250 € di multa. L’esito è stata la consapevolezza sempre maggiore di dover ritirare la squadra dal campionato, e non perché troppo ostico da affrontare, ma perché non posso e non voglio giocarmi i sacrifici economici e non, in campo con alcuni che pensano con presunzione di essere l’ago della bilancia.
E’ politicamente corretto che un ragazzo di 16 anni possa minare ai nostri sacrifici senza alcun tipo di supervisione o di possibilità concreta di fare appello a quanto dice/scrive?
Si parla di agonismo in campo ma troppe volte l’ho visto imputare solo alle due squadre avversarie, nessuno parla del fair play e del principio di imparzialità che il giudice di gara dovrebbe rispettare. E se non lo fa? Come mi è stato detto da un presidente di una sezione arbitri locale “devono fare esperienza e l’errore può capitare”.
“Errare humanum est” nessuno giudica dei piccoli ed ingenui errori, però non posso ulteriormente sopportare di vedere arbitrare dei ragazzini che subendo pressioni di squadre non proprio encomiabili alterano l’equilibrio del gioco.
La gravità della situazione è che siamo puntualmente costretti ad “accontentarci” di presunti giudici di gara nonostante la consistente cifra d’iscrizione ad inizio campionato.
In data odierna ci sarà una riunione con gli altri componenti della Dirigenza al fine di discutere sul futuro della squadra.
Mi appello a Lei, perché possa dimostrarmi che il calcio dilettantistico non sia una mera sottospecie di calcio da Serie A, ma lo stesso sport con i medesimi principi e valori, ma soprattutto dimostri che la super tutela basata sulla massima Boskoviana “rigore è quando arbitro fischia” in realtà nasconde delle pecche, conoscibili solo a chi ogni domenica si imbratta le scarpe dentro un campo di calcio.
Grotteria, lì 14 gennaio 2016

Distinti Saluti
Francesco Fazzari
Presidente A.S.D. Grotteria Calcio
 

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