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10:37:00 - 04 FEBBRAIO 2016

APPROVATA LA LEGGE E LE AULE DEI CONSIGLI REGIONALI SI TINGONO DI ROSA

APPROVATA LA LEGGE E LE AULE DEI CONSIGLI REGIONALI SI TINGONO DI ROSA -

E' stato deciso: dalle prossime elezioni ameno il 40% dei consiglieri regionali dovranno essere donne. I si, dati alla Camera, sono stati 334, 91 i no e 21 gli astenuti.
Contro la legge sulle quote rosa si sono schierati la Lega, il M5S e Ala mentre l' Fdi, Conservatori e riformisti si sono astenuti.
Le prerogative del testo sono chiare: se la legge elettorale prevede le preferenze, allora in ciascuna lista la percentuale di un unico sesso non deve superare il 60% del totale, inoltre dev'essere prevista la doppia preferenza di cui una riservata a un candidato di sesso diverso.
Se invece il sistema prevede le liste bloccate, la legge dovrà disporre l'alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo che i candidati di un sesso non eccedano oltre la maggioranza, ovvero il 60%.
In ultima ipotesi, se ci sono collegi uninominali, la legge elettorale regionale deve disporre l'equilibrio tra candidature presentate con il medesimo simbolo proprio per dar spazio ad ambo i sessi.
A smuovere questa legge storica sono stati alcuni dati delle Regioni italiane, carenti in percentuali rosa, attualmente su 897 consiglieri regionali solo 159 sono donne.
Diversa è la situazione fra Nord e Sud, infatti se alcune regioni del centro-nord hanno percentuali accettabili, al Sud, la donna all'interno delle aule dei consigli regionali, appare come un'utopia, basti pensare che la Basilicata non possiede alcuna donna consigliere, mentre la Calabria si salva in extremis con una, ed una percentuale del 3,3 %.
Le dichiarazioni raggiungono altitudini impressionanti con chi inneggia ad una "vittoria della democrazia" e con chi afferma che la "battaglia è soltanto all'inizio, in quanto la vera differenza si farà all'interno dei consigli regionali".
"Più donne elette possono incentivare politiche di rinnovamento autenticamente efficaci" queste le parole di Flora Sculco, l'unica donna, ma non per molto, all'interno del Consiglio Calabrese.
Ora tocca alle donne elette non far sciupare questa grande occasione, in modo da dimostrare che certi ruoli non debbano essere riservati ma meritatamente conquistati, in barba al cinismo collettivo.

SARA FAZZARI

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