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11:58:00 - 16 FEBBRAIO 2016

NINO CENTO: DOPO LE MINACCE LA RESA, 'SE RIMANGO MI AMMAZZANO, NON C'E' FUTURO PER I GIOVANI QUI'

NINO CENTO: DOPO LE MINACCE LA RESA, 'SE RIMANGO MI AMMAZZANO, NON C'E' FUTURO PER I GIOVANI QUI' -

La delusione per aver lavorato una vita e non vedersi riconosciuto nessun tipo di sostegno e l'amarezza e l'angoscia per la minaccia che si è visto recapitare pochissimi giorni addietro dentro un plico intercettato a Lamezia Terme. Sono i sentimenti che, in queste ore, probabilmente prevalgono in Nino Cento. L'imprenditore di Cittanova titolare della cooperativa "Zomaro Resort". Minacce difficili da mandare giù quelle che i carabinieri hanno notificato a Cento, parole durissime "Sei morto. Sono sotto tiro i tuoi figli, vattene da Zomaro, vattene da Cittanova, porco, lascia stare il Comune" poche righe accompagnate da tre pallottole di grosso calibro, che hanno immediatamente gettato nello sconforto l'imprenditore cittanovese. All'indomani di quanto accaduto, la decisione drastica: oggi Nino Cento consegna le chiavi del suo resort al Consiglio. Aveva provato ad affidarle anche alla Prefettura, ieri, quando si era recato a Reggio Calabria sperando di incontrare Claudio Sammartino, ma è stato ricevuto solamente dal vicario il quale gli ha confermato la vicinanza delle sue istituzioni. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano "Cronache del Garantista Calabria", Nino Cento ha spiegato gli anni di lotta, di rinuncie e di porte chiuse in faccia, il tutto per arrivare ad un unico obbiettivo la creazione di un paradiso di 10 ettari coltivati a frutti di bosco nel cuore di Cittanova, una attività avviata dopo numerosi sacrifici nel 2013. "Fare impresa in Calabria è impossibile, afferma amareggiato Cento, non c'è futuro qui, non c'è futuro per i giovani". L'imprenditore racconta che per avere quel terreno, per valorizzare un bene del Comune, era addirittura arrivato a fare 20 giorni di sciopero della fame. "Abbiamo ipotecato le nostre case per avere un mutuo e la banca ci ha chiuso le porte, chiudendoci il conto corrente senza motivo. Ma non abbiamo mollato" aggiunge ancora Cento. E poi ci sarebbe la noncuranza del Comune, che in tanti anni non si sarebbe mai interessato alla sua attività nè al progetto di dar vita ad una fattoria didattica. "La vera antimafia la facciamo noi, in silenzio, sgobbando e dando lavoro alle persone" tuona. "Andremo via, conclude, cosa devo fare? prendermi una pistolata senza sapere da chi?".

ALESSANDRA BEVILACQUA

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