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10:46:00 - 27 FEBBRAIO 2016

Il procuratore Paci: "Per la Giustizia a Reggio Calabria serve un vero e proprio Piano Marshall"

Il procuratore Paci: "Per la Giustizia a Reggio Calabria serve un vero e proprio Piano Marshall" -

"Serve un vero e proprio 'Piano Marshall' per la giustizia a Reggio Calabria, dove è in gioco l'essenza stessa della democrazia. Dove esiste un sistema di potere che la stessa azione giudiziaria, per quanto efficace, non riesce a scardinare in tutte le sue estreme conseguenze". Sono queste le parole del procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria Paci, intervenuto a Reggio, a palazzo Campanella, al convegno "Legalità e lavoro. Il futuro per i giovani. Reagiamo uniti contro l'offensiva della 'ndrangheta", organizzato da Cgil, Cisl e Uil.  “L'azione repressiva – ha aggiunto - deve essere all'altezza della sfida chiamata a compiere. Bisogna, purtroppo, fare i conti con le risorse". Tutto questo citando l'ufficio Gip che movimenta un numero di imputati che non ha eguali in nessun altra Procura italiana. Non sono mancati riferimenti al caso di un Gip trasferito a Milano per affrontare il carico di lavoro scaturito dall'Expo, il cui posto è rimasto scoperto per oltre un anno. "C'è un'irrazionalità del sistema - ha continuato Paci - nella distribuzione delle risorse. Ma la mafia non può diventare l'alibi. Politica comunale e regionale non possono lasciare che sia solo la magistratura ad assumersi la responsabilità della grande opera di contrasto al crimine. Lo deve fare attraverso un'azione trasparente, allontanando dal proprio seno quelli che finiscono per colludere, alimentando la capacità della 'ndrangheta di incidere in tutte le scelte. E non hanno alibi gli imprenditori – ha aggiunto -  dai quali riceviamo ancora poche denunce, che non hanno più la giustificazione dell'assenza dello Stato che in numerose recenti occasioni, si è dimostrato serio, credibile ed efficace". La franchezza del procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria Paci si è riannodata con le parole della presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, che, al convegno, ha però ribadito a più riprese la necessità che ‘la stanza dei bottoni’ sia svincolata dalla criminalità organizzata. "I voti della 'ndrangheta 'puzzano'. Nessun cedimento è ammesso. Dico questo soprattutto alla politica. A tutti noi che abbiamo ed esercitiamo delle responsabilità". "Non possiamo - ha proseguito - chiedere al cittadino di resistere alla 'ndrangheta, se i primi a cedere sono coloro che hanno il potere. Il potere delle istituzioni va usato per combattere la mafia, non per riconoscerle il ruolo di interlocutore. Quando succede vincono loro". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza Marco Minniti ha detto che "il rapporto tra politica e 'ndrangheta è faustiano. Nel momento in cui la politica scende a patti con la 'ndrangheta ha perso la sua libertà. Ma nello stesso tempo è stata cancellata la dignità della politica".

 

 

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