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12:49:00 - 03 MARZO 2016

NDRANGHETA: 'UN VIRUS CHE HA INFETTATO ANCHE IL NORD E CHE GUADAGNA CIFRE PARI AL PIL CINESE'

NDRANGHETA: 'UN VIRUS CHE HA INFETTATO ANCHE IL NORD E CHE GUADAGNA CIFRE PARI AL PIL CINESE' -

"La ndrangheta è un virus che ha infettato pure il nord". E' quanto emerge dalla relazione annuale della Direzione nazionale antimafia. Quella in atto, secondo i magistrati antimafia, è "una vera e propria colonizzazione di alcuni territori stranieri replicando modelli organizzativi tipici delle locali calabresi". In sostanza zone che prima si pensava fossero immuni al "virus"  adesso ne sono state contagiate. In primo piano anche la forte propensione della mala calabrese all'internazionalizzazione. Una peculiarità che sembra non conoscere limiti nei mercati leciti e illeciti. Di quest'ultima categoria fa parte, senza ombra di dubbio, il ruolo predominante della ndrangheta nel traffico degli stupefacenti. Una posizione sempre più centrale a livello internazionale, dovuto ai legami privilegiati, se non addirittura esclusivi, con le organizzazioni criminali del Sud America. Basti pensare che "per avere cocaina, le altre associazioni mafiose, si rivolgono alla ndrangheta come grande fornitore". In tale contesto, secondo la Dna, fondamentale per le cosche sarebbe il porto di Gioia Tauro. Negli ultimi 20 anni i narcotrafficanti avrebbero accumulato investimenti che oggi consentono loro di controllare un patrimonio che ammonta a circa 9200 miliardi di euro. Circa sei volte il Pil italiano e pari a circa il Pil cinese del 2013. Naturalmente la ndrangheta, secondo i magistrati, non avrebbe allungato i suoi tentacoli soltanto sulla cocaina o sulla droga in generale. La criminalità organizzata calabrese, scrivono alla Dna, "evidenzia una forte operatività in tutti gli ambiti, sia quelli criminali, che quelli relativi alla cosiddetta economia legale, dagli appalti pubblici alle attività imprenditoriali, nel settore del commercio, del trasporto, dell'edilizia e ancora del gioco d'azzardo e delle scommesse online". 
Sempre più massiccia e incisiva, sarebbe inoltre, la presenza della ndrangheta nel centro nord.  Ci sarebbero cellule saldamente impiantate in Liguria, Marche, Veneto e Umbria. 
Ma c'è anche un problema grave di organici di forze dell'ordine e magistrati impegnati nelle procure più esposte contro la criminalità, soprattutto nelle procure calabresi, Catanzaro e Reggio Calabria in primis. Sull'argomento è intervenuta ieri la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi chiedendo al governo interventi urgenti. "Andrebbe incrementato, ha detto ieri anche il procuratore nazionale Franco Roberti, il numero delle forze di polizia e dei magistrati. Vanno coperti gli organici".

ALESSANDRA BEVILACQUA

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