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20:56:00 - 20 MARZO 2016

CELEBRAZIONE DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

CELEBRAZIONE DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE -

"In questa Settimana Santa mettiamoci in silenzio davanti al crocifisso per meditare e per pregare, ma mettiamoci  davanti ai tanti crocifissi che ci offre e ci presenta  la vita: mettiamoci accanto alle persone sofferenti, accanto alle persone sole, accanto alle persone che si sentono senza speranza". E' uno degli inviti che il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, ha rivolto ai fedeli che, stamattina, hanno partecipato al rito della benedizione delle palme a Locri. La benedizione è avvenuta in Piazza dei Martiri, da dove ha preso avvio la processione che si è snodata lungo le vie cittadine fino al Centro Salesiano di Locri. I giovani hanno animato e colorato tutti i momenti di questa giornata.

Durante la celebrazione eucaristica che si è svolta all'aperto, il vescovo ha spiegato che nella Settimana Santa è racchiuso tutto il mistero della nostra fede.

In questa settimana dobbiamo cercare di scoprire l'amore di Dio per noi; con la Passione e la morte del proprio Figlio, "Dio ci manifesta l'amore spassionato, radicale e senza riserve che nutre per tutti noi, nessuno escluso".

"Dio non ci salva attraverso l'onnipotenza, il potere o la ricchezza -ha detto il vescovo- ma attraverso l'umiltà e la povertà; sulla Croce, Gesù ha portato tutte le nostre fragilità, tutti i nostri peccati".

Guardando attorno a noi ci lamentiamo che le cose non funzionano, ce la prendiamo sempre con gli altri: in tutto ciò che non va bene c'è, però, sempre qualcosa di nostro: "allo stesso modo -ha suggerito monsignor Oliva- ognuno deve metterci qualcosa di buono per migliorare la società".

La riflessione di monsignor Oliva si è concentrata sul perdono, da chiedere e da offrire. "Dobbiamo recuperare, nell'esperienza personale, l'amore che è misericordia e perdono. Siamo tutti giudici e tutti bravi a togliere la pagliuzza dall'occhio del vicino, ma anche per chi è condannato con sentenza definitiva, come lo erano i due ladroni crocifissi con Gesù, ci deve essere speranza, se sa riconoscere le tenebre del peccato commesso, così come ha fatto il buon ladrone".

"L'anno giubilare -ha concluso il vescovo- ci ricorda la misericordia di Dio, predisponiamo il nostro animo per chiedere perdono al Signore dei nostri peccati, ma anche per essere pronti a perdonare chi ci ha fatto del male".

 

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