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10:31:00 - 22 MARZO 2016

FAIDA DI LAMEZIA TERME: TRA MORTI AMMAZZATI E ATTENTATI, UNA GUERRA VECCHIA OLTRE UN DECENNIO

FAIDA DI LAMEZIA TERME: TRA MORTI AMMAZZATI E ATTENTATI, UNA GUERRA VECCHIA OLTRE UN DECENNIO -

E' una guerra di mafia vecchia oltre un decennio quella che ha dato vita alla cosiddetta "Faida di Lamezia Terme". Un conflitto armato tra 'ndrine che ha preso il via all'inizio degli anni 2000 e si trascina ancora fino ad oggi, nonostante negli anni ci siano state sospensioni temporali. In questo scenario criminale le 'ndrine contrapposte sono: i Torcasio-Cerra da una parte e i Iannazzo-Giampà dall'altra. A dare vita alla faida una spaccatura tra il gruppo Torcasio-Cerra e quello degli Iannazzo-Giampà, considerate dalla magistratura le cosche principali del lametino. Famiglie un tempo alleate capaci di controllare le varie attività illecite della città, come il traffico di droga, le estorsioni, il controllo degli appalti pubblici, l'usura, tutte attività che in una grossa realtà come la terza città calabrese, fanno ricavare prestigio e potere economico. Fin dall'inizio della faida il gruppo dei Cerra-Torcasio era considerato dominante in città come sosteneva la relazione della commissione antimafia nel 2008 ma questo potere fu messo in discussione dal gruppo Iannazzo-Giampà, un'organizzazione potente anche economicamente. Dopo anni di faida i Torcasio, oggi sono considerati il clan perdente. Dall'estate del 2000 ad oggi le persone rimaste vittime di questa contrapposizione mafiosa sono decine, numerosi anche i ferimenti, gli attentati e i danneggiamenti.
La storia della realizzazione dell'imponente centro commerciale "Due mari", sequestrato ieri dalla Guardia di finanza nel corso dell'operazione 'Nettuno', è legata a doppio filo a tale guerra tra cosche che insanguinò Lamezia Terme a partire dal 2003. La grande struttura realizzata dall'imprenditore Antonio Perri tra Catanzaro e Lamezia Terme lungo la statale 280 detta appunto "dei Due mari", stando a quanto emerso, determinò nuovi assetti che avrebbero spostato l'epicentro dell'economia locale dal centro di Lamezia Terme. Decine di commercianti, a seguito della realizzazione del centro commerciale, avrebbero trasferito le loro attività in quella zona e quindi sarebbero passati sotto il controllo della cosca Iannazzo. Un cambiamento che, per gli inquirenti, sottraeva alla cosca Torcasio, egemone nella zona di "Capizzaglie" di Lamezia, la possibilità di controllare le estorsioni. Dapprima si cercò di impaurire i commercianti con telefonate minatorie ma, non ottenendo risultati, i malviventi decisero di mandare un segnale forte. Fu per questo motivo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che Antonio Perri, 71 anni, fu ucciso il 10 marzo del 2003 mentre si trovava nel supermercato "Atlantico". Fu proprio l'omicidio dell'imprenditore che fece da "detonatore" della guerra di mafia che culmina con l'assassinio di due esponenti di vertice dei Torcasio, Antonio e Vincenzo. Come risposta ai due omicidi venne trafugata la bara di Antonio Perri, con la successiva richiesta di un riscatto di 150 mila euro per la restituzione. La salma verrà ritrovata dalla polizia il 21 marzo 2008, seppellita a 50 metri dalla strada dei Due Mari. È in questo contesto che si sarebbe consolidato il rapporto tra la cosca Iannazzo e l'imprenditore Francesco Perri, figlio di Antonio, e nuovo titolare del centro commerciale "Due Mari" arrestato nel maggio scorso, con l'accusa di associazione mafiosa, nell'ambito dell'inchiesta "Andromeda" della Dda di Catanzaro.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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