NEWS

11:18:00 - 24 MARZO 2016

Terremoto Rende, Comune e Politici piegati alla cosca Lanzino-Ruà

Terremoto Rende, Comune e Politici piegati alla cosca Lanzino-Ruà -

Cinque politici sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai carabinieri di Cosenza con l'accusa, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione, insieme a 4 esponenti di vertice della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Ruà", egemone in provincia di Cosenza.
L’inchiesta è stata condotta dai pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. Sono in tutto dieci le persone arrestate. Oltre all'ex sottosegretario Sandro Principe, figurano nell'elenco l'ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli, l'ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo e l'ex consigliere comunale di Rende, Giuseppe Gagliardi.
Le dimissioni da sindaco di Rende di Vittorio Cavalcanti avevano lasciato tutti un po’ spiazzati. L’avvocato aveva deciso di gettare la spugna alla fine di un periodo di grandi tensioni, iniziate con i primi arresti di Ruffolo e Bernaudo e continuate con l’invio della commissione d’accesso al Quirinale. 
Ma Cavalcanti sottoposto a intercettazione si lascia sfuggire l’affermazione: “A Rende lo sanno tutti, che c’è un sistema per cui se non vai a baciare la mano del ‘capo’ non puoi lavorare, e se fai una cosa che va contro di lui è meglio che te ne scappi via”.
È lui stesso a raccontare ai magistrati che nonostante la sua candidatura fosse voluta da tutto il Pd, le sue decisioni direttive non erano prese in considerazione se prima non passavano sotto gli occhi dell’onorevole Principe. Non esisteva la minima possibilità di gestire un settore senza il consenso del principale. 
Dalle indagini, secondo gli investigatori, è emerso un "collaudato 'sistema' ultradecennale" ed un "intreccio" politico/mafioso che ha consentito a candidati alle comunali di Rende tenutesi nel '99 e fino al 2011, alle provinciali di Cosenza del 2009 ed alle regionali del 2010, di ottenere l'appoggio elettorale della cosca "Lanzino-Ruà" in cambio di assunzioni e della gestione di locali pubblici.
Per sostenere l’accusa contro i politici, la Dda ha arruolato diversi collaboratori di giustizia che, a turno, hanno riferito dei presunti intrecci politico-mafiosi. 
Nella serata di ieri Principe, ha reso noto, attraverso il suo legale, l’avvocato Franco Sammarco, di essersi autosospeso dal Pd e, conseguentemente, da tutti gli incarichi ricoperti nel partito, tra cui quello di componente della Direzione nazionale. Al contempo, sempre secondo quanto riferito dall’avvocato Sammarco, Principe ha ribadito «la linearità di ogni sua condotta, sia personale che politico-istituzionale». 
Tra le attività illecite riscontrate che hanno permesso di smantellare un sistema collaudato ultradecennale, con il fulcro nell'amministrazione comunale di Rende, ci sono quelle relative all'affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di personaggi appartenenti alla 'ndrangheta, all'assunzione presso la società "municipalizzata" preposta alla gestione dei servizi comunali, di soggetti vicini al gruppo criminale, al mancato licenziamento di alcuni di questi nonostante alcune condanne, la promessa dell'erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc, da un personaggio di vertice della cosca, per la gestione dell'area mercatale di Rende. Le assunzioni presso la "municipalizzata", in particolare, hanno riguardato vari esponenti della cosca, tra cui il capo del sodalizio di 'ndrangheta, Ettore Lanzino.

« ARCHIVIO