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15:17:00 - 01 APRILE 2016

Consiglio, rinegoziare piano rientro sanità. Documento approvato a conclusione della seduta

Consiglio, rinegoziare piano rientro sanità. Documento approvato a conclusione della seduta  -

Il Consiglio regionale, con un documento approvato a maggioranza a conclusione della seduta dedicata interamente alla sanità, ha chiesto che venga rinegoziato il "piano di rientro attraverso misure e criteri più flessibili, tali da consentire l'uscita dal piano stesso" e che "si pervenga ad una nuova proposta di riorganizzazione" della rete ospedaliera "attraverso l'attivazione di una adeguata concertazione istituzionale". Il Consiglio, che ha approvato la relazione del presidente della Giunta Mario Oliverio, nel documento chiede anche che "il Governo nazionale assuma ogni utile iniziativa finalizzata al superamento della gestione commissariale del Servizio sanitario regionale" ed auspica, inoltre, "che possa trovare compimento, anche attraverso l'emanazione di uno specifico decreto da parte del Consiglio dei Ministri, una iniziativa legislativa tesa al superamento dei Piani di rientro attualmente in vigore nelle regioni e la conseguente soppressione delle relative gestioni commissariali". "La pluriennale attività commissariale - è scritto, tra l'altro, nel documento - non ha mai raggiunto gli obiettivi previsti dal Piano di Rientro del debito. In questi anni il servizio sanitario calabrese ha subito un progressivo depauperamento e si è registrata una contrazione qualitativa e quantitativa dei servizi erogati. Il Consiglio regionale esprime forte preoccupazione per la condizione in cui versa attualmente il Servizio sanitario regionale. Evidenzia che l'emigrazione sanitaria passiva registra costi mai raggiunti nel passato (286 milioni di euro). E' questa una cifra addirittura superiore al gettito derivante dalla imposizione fiscale autonoma regionale, che per i calabresi prevede l'applicazione di tariffe destinate al pagamento delle tasse più alte d'Italia. Denuncia il fatto che in Calabria è disatteso il riconoscimento del diritto universale alla cura della salute del cittadino dal momento che non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza: la Calabria si colloca al penultimo posto tra le regioni italiane (137/160). Denuncia inoltre che ad oggi non si è registrata una effettiva ottimizzazione della spesa sanitaria. Infatti, sono stati prevalentemente tagliati i servizi e non colpiti e ridotti gli sprechi. Gli stessi erogatori privati accreditati sono fortemente insoddisfatti delle attività commissariali e da mesi hanno attivato uno scontro giurisdizionale che vede sistematicamente soccombente la Regione; le liste di attesa registrano tempi insopportabili per la domanda epidemiologica; si registra uno scollamento e l'assenza di integrazione tra l'attività ospedaliera e territoriale con l'ulteriore indebolimento della rete di prevenzione e di assistenza costringendo, così, l'utenza a riversarsi indistintamente verso gli ospedali HUB. L'approvazione del Decreto commissariale n. 30/2016 determina ulteriori inefficienze, squilibri, contraddizioni ed impedisce ogni logica di programmazione razionale ed innovativa; la proposta di nuova rete ospedaliera è stata delineata senza alcuna concertazione o consultazione istituzionale. Gli stessi Direttori Generali delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie Provinciali sono stati ignorati". "Di fronte all'esplosione di una diffusa protesta - conclude il documento - lo stesso Ufficio del Commissario, evidenziando i termini di una programmazione approssimativa ed assolutamente discrezionale, ha più volte rappresentato la necessità di apportare correttivi e modifiche". 

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