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12:16:00 - 08 APRILE 2016

'LE IENE' A PRISDARELLO: LA CHIESA E' STATA COSTRUITA CON SOLDI SPORCHI DI SANGUE?

'LE IENE' A PRISDARELLO: LA CHIESA E' STATA COSTRUITA CON SOLDI SPORCHI DI SANGUE? -

"Le Iene" sono tornate ad occuparsi di ndrangheta. Lo hanno fatto da Prisdarello, piccola frazione di Gioiosa Jonica, confezionando un servizio provocatorio e a tratti insolente sulla chiesetta di Sant'Antonio che, a detta del pentito Antonio Femia, alias Titta, sarebbe stata costruita con i soldi della criminalità organizzata locale. 
Il servizio di Filippo Roma fin da subito prende una brutta piega, il giornalista di Italia 1 è stato fermato e minacciato. Per avere delucidazioni, in merito alla presunta commisstione tra la Chiesa del luogo e le cosche criminali, la Iena si reca dal Procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho che reputa "attendibili" le dichiarazioni resa dal Titta. Non solo, Roma raggiunge anche l'attuale parroco del paese Don Giuseppe Campisano, ricevendo, però, una accoglienza tutt'altro che felice. Il prete, infatti, risponde cacciando dalla chiesa il giornalista. In molti a Prisdarello hanno avvertito, tuttavia, la sensazione che il servizio de "Le Iene" fosse palesemente pre-costruito, insomma, che si volesse etichettare forzatamente come disonesta la Chiesa locale. Un'impressione che si avverte anche quando Filippo Roma si è recato ad intervistare Monsignore Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di locri-Gerace assai più illuminato di tanti altri suoi colleghi, capace di pronunciarsi in modo forte e deciso contro la violenza e lo strapotere mafioso in Calabria. 
I fatti risalgono alla fine degli anni '90, periodo in cui Bregantini era vescovo della diocesi di Locri, territorio che, lo ricordiamo, fu obbligato a lasciare per trasferirsi, nel 2007, a Campobasso. Motivo dell'allontanamento furono proprio le sue attività contro la 'ndrangheta, le stesse che oggi sono state presumibilmente messe in discussione durante il servizio.
E' anche vero, va detto, che tanti altri si aspettavano una risposta meno aggressiva e più decisa contro la ndrangheta da parte della Chiesa di Prisdarello. Se l'edificio religioso, infatti, fosse stato realmente costruito con fondi macchiati di sangue, ci sarebbe davvero troppo da giustificare. Alla magistratura il compito di indagare.  

ALESSANDRA BEVILACQUA

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