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15:22:00 - 05 OTTOBRE 2014

TENTATA AGGRESSIONE A UN SACERDOTE

LIBERTA' SIGNIFICA FARE CIO' CHE SI VUOLE?

TENTATA AGGRESSIONE A UN SACERDOTE -

Tentata aggressione fisica ad un sacerdote, il primo ottobre, a Santa Domenica di Placanica. Vittima, don Leonardo, giovane e illuminato prete di Taurianova. La presenza del servizio d’ordine della comunità mariana ha scongiurato il pericolo facendo desistere la donna che, dopo aver inveito, con parolacce e insulti di ogni tipo, contro il bravo ed educato sacerdote, mantenutosi calmo e pacato, si è allontanata dall’area sacra. La vergognosa azione mette in evidenza che il sacerdote che esprime la verità ( di Fede e Divina) deve fare i conti con gente che vogliono sentire la loro "verità", reagendo violentemente in caso di non approvazione del loro peccato. Ma andiamo ai fatti. “Il 1’ ottobre 2014, memoria liturgica di santa Teresa di Gesù Bambino, mi sono recato in visita al santuario Madonna dello Scoglio” – ha raccontato lo stesso sacerdote –“non lo visitavo da parecchi anni,” – ha proseguito – “ e avendo rilevato una notevole presenza di persone che avevano il desiderio di riconciliarsi con il Signore, mi sono recato al confessionale e mi sono messo a dispensare il prezioso e fondamentale sacramento, che allo Scoglio è tenuto nella massima considerazione. Intorno alle 15 mi sono alzato per vedere a che punto era la fila e mi si è avvicina una donna che mi ha detto di voler parlare con me. Rientrato nel confessionale lei mi ha detto di non volersi confessare ma di volere  una spiegazione. Si è domandata del perché non può avere figli e del perché il Signore non glieli manda. Io gli risposi che, innanzitutto, dovrebbe eliminare i tatuaggi, il piercing, ecc. che aveva applicati, vistosamente, sul corpo, perché questi è il tempio di Dio. Ma lei mi ha detto che in realtà un figlio ce l’ha dal precedente matrimonio e il marito gliel’ha portato via. Ora” – ha aggiunto don Leonardo – “ha detto che convive con un altro uomo e vorrebbe avere un figlio, inoltre mi dice di essersi confessata e di fare la santa Comunione. Io le rispondo che l’assoluzione non è valida e che è in peccato mortale, deve mettersi in “stato di grazia” se vuole che Dio sia benevolo con lei.” Da lì iniziano le scintille, tant’è che il sacerdote afferma: “Ha iniziato a contestarmi, ad alzare il tono della voce, io le rispondo che la Chiesa è chiara nei suoi insegnamenti, nel suo insegnamento ed io parlo in nome della Chiesa. Ma la redenzione di Cristo per i nostri peccati non vale per tutti? Mi domanda lei. Io ribatto dicendole che certo vale per tutti ma c’è una disciplina riguardo il matrimonio, che anche se non si può ricevere la santa Comunione ella può pregare, ascolta la Parola di Dio, ciò vale per coloro che sono divorziati risposati o convivono. Mentre io le dicevo queste cose mi aggredisce verbalmente, mi accusa, soprattutto quando io le ripeto che parlo in “nome della Chiesa”, alza la voce, io la invito ad uscire dal confessionale perché è un luogo sacro, ma lei cerca di aggredirmi. La presenza di altre persone e del servizio d’ordine la fa desistere dal suo insano proposito e allora se ne va dicendo: io non posso fare la Comunione mentre i suoi colleghi sì e sono in carcere perché pedofili!” Don Leonardo ha riferito ancora che “Il Nemico fa di tutto per farci perdere la serenità, ma non può vincere quando siamo con Dio e parliamo in suo nome  e nel nome della Chiesa. Preghiamo e diffondiamo ai fratelli i benefici del Perdono che si riceve nel Sacramento” – ha quindi concluso il valido sacerdote – “aiutiamoli a vedere i loro peccati ed a confessarli per liberarli dagli influssi del nemico e riempirli della pienezza dell’amore di Dio.” Una testimonianza importante la sua che è stata resa AD MAIOREM DEI GLORIAM (motto dei gesuiti), per il "bene e la salvezza delle anime e a maggior gloria di Dio" diceva san Giovanni Bosco, e che fa capire come certe persone vogliono crearsi un dio a propria immagine e somiglianza e non vogliono invece essere a immagine e somiglianza di Dio, rispettando i Suoi comandamenti. 

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