Molto vive, oltre che nere, le anime del film di Munzi, che tornano protagoniste nella Locride. Erano presenti, ieri sera al cinema di Locri, la ‘penna’ e la ‘videocamera’ di uno dei lavori cinematografici più senz’ altro più importanti e dibattuti degli ultimi anni. Il film, vincitore di 2 premi al Festival di Venezia, acclamato da stampa nazionale e internazionale; paragonato all’ estero, addirittura, a capolavori dello stampo di Visconti e Coppola. Una bellezza, non ‘stardardizzabile’ quella di questa pellicola, che sembra fondersi con la bellezza diversa e tortuosa dei paesaggi dell’ Aspromonte. Un Munzi che ha cercato anche la parte bianca di queste anime nere; che ha tradotto le sceneggiature del film nel dialetto originale di queste zone della Calabria e che ha cercato attori calabresi e meridionali, perché, come dice, ‘attori trovati a Roma, non gli avrebbero dato lo stesso sapore’.
Di Piera Galluzzo
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