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16:47:00 - 10 OTTOBRE 2014

Scuola: in migliaia al corteo di Catanzaro, lanciati fumogeni e petardi

Scuola: in migliaia al corteo di Catanzaro, lanciati fumogeni e petardi -

Migliaia di studenti hanno preso parte alla manifestazione organizzata a Catanzaro, nell'ambito della giornata nazionale di protesta contro la riforma del Governo, con fumogeni e petardi.
Il corteo è partito da piazza Matteotti e si è concluso a villa Pangea, dove i ragazzi hanno discusso dei contenuti della riforma e dei motivi che oggi li hanno portati in piazza. "La nostra - hanno spiegato alcuni ragazzi - è una manifestazione apartitica, perché non ci sono colori politici che tengano davanti alla buona scuola. Quella vera però. Noi non avremmo voluto i cori, i fumogeni ed i petardi, perché non vogliamo creare disagi, ma parlare, confrontarci con i nostri coetanei su quello che sarà il domani. Ci sono istituti a Catanzaro, ma anche nelle altre città e in diversi comuni della provincia, dove mancano i banchi, dove ci sono i topi. E' facile parlare dall'alto di uno scranno. L'obiettivo della riforma dovrebbe essere quella di sensibilizzare gli studenti, rendendoli consapevoli del fatto che loro sono il futuro, loro sono il domani. Dovremmo studiare la Costituzione, tra l'altro, oltre alla coniugazione dei verbi".
Alla manifestazione hanno partecipato studenti arrivati da tutta la provincia, ma anche da Crotone. "Caro libri, costo eccessivo degli abbonamenti ai trasporti, questi - hanno detto - sono gli argomenti in ballo oggi. Ci sono studenti che arrivano da Crotone perché studiano alla scuola Agraria e pagano centinaia di euro di abbonamento all'autobus. Questo non è diritto allo studio perché c'è chi quei soldi non può permetterseli, specie oggi con la crisi. La Regione non finanzia più le autolinee private e gli studenti, lo studio, il futuro dell'Italia, ne pagano le conseguenze".
Al centro del dibattito anche i fondi destinati alla scuola e la privatizzazione. "Riservano alla scuola pubblica - hanno detto i ragazzi - il residuo dei fondi senza pensare che è lì che studia chi la retta della scuola privata non può pagarla e che, come chi invece è più fortunato, ha diritto a sognare di diventare un giorno un professionista, magari anche un membro del parlamento. Chi frequenta la scuola privata non ha bisogno di contributi per i laboratori. Noi i laboratori non li abbiamo e se mancano dobbiamo domandarci che fine fanno i soldi delle rette. Tutti dobbiamo avere gli stessi diritti. Chi va alla scuola pubblica e non può permettersi il professore privato di inglese o di approfondire una qualunque materia, deve essere messo nelle condizioni di poterla studiare come si deve".

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