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12:00:00 - 17 OTTOBRE 2014

PARCO DEI PRINCIPI, VERDIGLIONE SI DIFENDE: 'HO INVESTITO SOLDI PULITI!'

PARCO DEI PRINCIPI, VERDIGLIONE SI DIFENDE: 'HO INVESTITO SOLDI PULITI!' -

“Ho commesso solo due errori: il primo è non aver continuato a fare l’ingegnere, il secondo è non aver pagato alcune tasse”. Si è difeso così Bruno Verdiglione, l’ingegnere di Caulonia che oggi risponde a piede libero nel processo denominato “Cinque stelle”. Ieri dinnanzi al Tribunale di Locri ha reso dichiarazioni spontanee contrastando fermamente le accuse mossegli dalla Procura distrettuale antimafia, rappresentata dal pm Antonio De Berdando che gli contesta a vario titolo, assieme ad altri imputati, i reati di riciclaggio e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche aggravati dall’utilizzo di metodologie mafiose, nonché intestazione fittizia di beni aggravato dall’aver agevolato l’attività di un presunto clan mafioso. Per gli inquirenti l’indagine avrebbe accertato un vorticoso giro di sperpero di soldi pubblici pilotato da presunti esponenti della criminalità organizzata locale al fine di consentire la costruzione dell’Hotel Parco dei Principi  di Roccella Jonica. Verdiglione, detenuto perché imputato in un altro processo scaturito da un’inchiesta parallela denominata “Metropolis”, ha controbattuto ai rilievi investigativi in prima persona sottolineando che il denaro per la scalata della Coninvest srl, società proprietaria dell’albergo valutato oltre 10mln di euro, proveniva da un precedente affare immobiliare su Roccella, nello specifico dalla vendita di un complesso abitativo che gli fruttò 2mln di euro. “Poco prima del 2005 – ha spiegato – feci un affare immobiliare, una sorta di speculazione, che mi consentì di guadagnare circa 2mln di euro, da lì investì nel settore immobiliare. Tutto è sempre stato lecito, legale, era tutto nel rispetto delle leggi. Solo in un caso – ha  ammesso – mal consigliato, non regolarizzai una cessione per non pagare le tasse”. Un’imprudenza questa che, in seguito ad un accertamento dell’Agenzia delle entrate, gli sarebbe costata circa 300mila euro, soldi sborsati appunto per le tasse evase. “Da quel momento – ha aggiunto Verdiglione – tutto quello che ho fatto è stato cristallino, ogni singola società e investimento è stato eseguito nel massimo rispetto della legge”. “Non c’è alcuna intestazione fittizia – ha tuonato - perché avevo nella mia disponibilità milioni che ho deciso di investire”. L’imprenditore cauloniese quindi ha inteso ribadire di essere lui il vero ed unico proprietario dell’hotel e puntualizzare che i rapporti da lui intrattenuti con Rocco Aquino, presunto boss di Marina di Gioiosa Jonica, erano unicamente riconducibili alla fornitura di ferro. Infine Verdiglione ha voluto scusarsi con il magistrato Nicola Gratteri, definito “un deficiente” in un dialogo intercettato dagli inquirenti. “Chiedo perdono per le frasi irriguardose” – ha detto. Dunque Verdiglione ha riconosciuto l’errore commesso nel pronunciare frasi ingiuriose sul magistrato e nell’aver evaso le tasse ma non ci sta a veder bollato come sporco il denaro investito nel Parco dei Principi, un hotel da mille e una notte sequestrato da carabinieri e fiamme gialle nel febbraio 2011.

MARIA CHIARA CONIGLIO  

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