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12:03:00 - 28 OTTOBRE 2014

ARRESTI TRA LOMBARDIA E CALABRIA. IL PM BOCCASSINI: L'IMPRESA DEI BOSS AVEVA IL CERTIFICATO ANTIMAFIA

ARRESTI TRA LOMBARDIA E CALABRIA. IL PM BOCCASSINI: L'IMPRESA DEI BOSS AVEVA IL CERTIFICATO ANTIMAFIA  -

Un'impresa di Giuseppe Galati, presunto boss della 'ndrangheta in Lombardia, tra i destinatari delle misure cautelari eseguite stamani, ''ha avuto la certificazione antimafia'' per lavorare in due subappalti del valore di ''450mila euro'' per la tangenziale esterna di Milano.
Lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, nel corso della conferenza stampa. Il procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati, ha chiarito ''ci sarà una segnalazione alla Prefettura che ha già svolto un lavoro imponente per l'Expo''.

Boccassini ha spiegato che l'impresa riconducibile a Giuseppe Galati è riuscita ad ottenere la certificazione antimafia per lavorare nei subappalti dell'opera collegata all'esposizione Universale, ''ordinando che le sue quote nella società passassero ai suoi cognati''.
L'impresa ha così ottenuto da una azienda di Modena, appaltante per l'opera, due subappalti. Secondo Boccassini, è difficile pensare che ''si poteva non sapere a chi si davano quei subappalti''. Sia Boccassini che Bruti Liberati hanno chiarito che segnaleranno alla prefettura di Milano la società riconducibile al presunto boss.
Bruti LIberati inoltre ha spiegato che ''i controlli sulle aziende che stanno lavorando sulle opere di Expo o su quelle collegate hanno una estensione enorme e la prefettura ha emesso già una sessantina di misure interdittive nei confronti di aziende, facendo un lavoro imponente''. Riguardo a questo caso specifico, ha aggiunto Bruti, ''trasmetteremo gli atti alla prefettura''.
Dopo l'operazione Infinito, quella con cui nel 2010 era stata smantellata la 'ndrangheta in Lombardia, "nulla cambia. E' una riflessione da fare." E per uscire dall'associazione mafiosa ci sono due modi "o con la morte o diventi collaboratore e ti dai allo Stato". Lo ha detto Ilda Boccassini nel corso della conferenza stampa.
Uno dei presunti boss della famiglia Galati, arrestati stamani nell'operazione contro la 'ndrangheta, avrebbe "ordinato dal carcere di bruciare" l'auto di un vigile urbano "che l'aveva visto transitare su una macchina in compagnia di un pregiudicato e aveva steso un rapporto che gli era costato la revoca della semi-libertà". Lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini nel corso della conferenza stampa.
Tra gli episodi di intimidazione messi a segno dalla cosca della 'ndrangheta dei Galati c'è anche l'invio da Vibo Valentia di una "busta con proiettili" alla "direttrice del carcere di Monza", Maria Pitaniello, come minaccia per cercare di ottenere un diverso trattamento detentivo per Fortunato Galati. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini nel corso della conferenza stampa.

 

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