11:51:00 - 04 NOVEMBRE 2014

FAIDA DEI BOSCHI: IL PENTITO ANTONINO BELNOME PARLA DI DELITTI PREMONITORI

E' stata dedicata al controesame della difesa, l'udienza del processo "Confine" svoltasi ieri davanti alla Corte d'Assise di Locri. In aula gli avvocati della difesa hanno ripercorso punto per punto i tratti essenziali della deposizione del pentito Antonino Belnome. L'ex padrino della 'ndrangheta è imputato, insieme ad altre dieci persone, nell'inchiesta denominata "Faida Dei Boschi" portata a termine nell'agosto del 2012 e che punta a fare chiarezza sull'omicidio di Damiano Vallelunga, ucciso mentre si trovava in visita al santuario dei santi medici di Riace. In videoconferenza da una località protetta il collaboratore di giustizia ha continuato quanto fatto nelle precedenti udienze, ripercorrendo alcuni momenti della sua carriera criminale. Per Antonino Belnome prima di arrivare all'omicidio di Daminao Vallelunga, ritenuto il presunto capo della locale di Serra San Bruno, vi sarebbero stati alcuni deletti definiti "premonitori". "Sapevo, ha riferito il 43enne, prima che avvenissero gli omicidi chi doveva essere posato". Il collaboratore ha aggiunto che in seguito non sarebbe stato più in grado di conoscere "tutte le dinamiche territoriali in quanto la faida si sarebbe estesa a macchia d'olio, specie nel catanzarese". Tuttavia, il pentito non è stato in grado di fornire informazioni utili a chiarire quali siano stati tali delitti. Al pressing continuo esercitato dalla difesa Belnome sarebbe risultato poco credibile. Contraddizioni sarebbero emerse, poi, nelle descrizioni fornite circa i rituali di 'ndrangheta e gli incontri tra gli esponenti della criminalità organizzata. Il collegio di difesa ha, inoltre, cercato di far vagliare l'ipotesi secondo cui l'omicidio del presunto boss dei viperari sarebbe legato al settore del taglio boschivo e non, quindi, ai fatti indicati da Belnome. Intanto è previsto per l'udienza di domani l'esame degli imputati.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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