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06:25:00 - 11 NOVEMBRE 2014

Corruzione elettorale, chiesto il rinvio a giudizio per Nucera

Il segretario questore del consiglio regionale è accusato di presuntii accordi stretti con la famiglia Condemi. Accuse emerse nel corso dell'istruttoria dibattimentale 

Corruzione elettorale, chiesto il rinvio a giudizio per Nucera -


Per il pm Stefano Musolino, gli elementi sono più che sufficienti e il quadro esaustivo. Per questo motivo, il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per il segretario questore del consiglio regionale, Gianni Nucera, già nei mesi scorsi al centro della bufera – e sotto indagine – per le accuse di corruzione elettorale emerse nel corso del dibattimento al processo "Alta tensione 2". Insieme a Nucera, il pm ha chiesto che vada a giudizio anche Giuseppe Condemi, padre di due degli imputati nel procedimento – i fratelli Filippo e Domenico Condemi – che con le sue rivelazioni ha messo nei guai il politico, rivelando in aula: «Nel 2000 Nucera venne a chiedermi appoggio elettorale (...) ho sempre fatto politica e non ho mai voluto niente ma con Nucera ho parlato chiaro: io ti aiuto ma devi considerare che ho due figli. Nei prossimi cinque anni un posto, un qualcosa. Sono passati 5 anni, poi ne sono passati altri cinque e siamo arrivati a dieci. Ma da Nucera non ho avuto niente». Un quadro inquietante quello denunciato in aula da Condemi che aveva portato all'apertura di un fascicolo a carico di Condemi, come del politico – entrambi accusati di concorso elettorale – e che nel corso del dibattimento si è andato via via aggravando anche grazie alle testimonianze di quanti sono stati chiamati a deporre in aula.
 
LE ACCUSE DELL'EX PUPILLO Di certo, ha contribuito non poco a mettere nei guai il suo ex mentore, l'ex assessore comunale Pino Plutino, oggi alla sbarra al processo "Alta tensione 2" perché considerato uomo del clan Caridi nelle istituzioni, anche grazie a quanto denunciato proprio da Nucera. Il segretario questore aveva infatti accusato Plutino di aver fatto da mediatore fra lui e i suoi cugini, i fratelli Condemi, per l'assunzione di un membro della famiglia. Una trattativa con cui Plutino ha sempre affermato di non avere nulla a che fare, sottolineando come i rapporti di Nucera con i suoi cugini fossero precedenti al tandem politico che lo ha legato per anni all'attuale segretario questore del consiglio regionale. «Ritengo che Nucera mi abbia calunniato – aveva detto Plutino in aula nel corso del suo esame –, sono sempre più convinto che abbia detto un sacco di bugie e che si facesse scudo di me per coprire il suo rapporto diretto con la famiglia Condemi. Con i Condemi, Nucera ha un rapporto personale e ancora più antico». Una circostanza che Nucera ha sempre smentito, presentandosi tanto in sede di indagine come in dibattimento come una vittima delle pressioni tanto di Plutino, come della famiglia Condemi ed in particolare di Domenico, definito in pubblica udienza «particolarmente violento ed esuberante». In sintesi, «temevo ripercussioni per la mia famiglia, sia di ordine psicologico, sia per il fatto che Domenico potesse reagire in maniera non adeguata», spiegherà di fronte al Tribunale il consigliere regionale, che arriverà a puntare il dito contro i fratelli Condemi per quella tanica di benzina che qualcuno avrebbe lasciato sulla sua auto con un chiaro intento intimidatorio.
 
I FRATELLI CONDEMI CONFERMANO "NUCERA, UNO DI FAMIGLIA" Affermazioni smentite, nel corso del dibattimento, tanto da Plutino, come dai fratelli Condemi. «Nucera ha detto di essere intimorito da me, ma vorrei chiedergli se aveva la stessa paura quando andavamo a braccetto a chiedere i voti in tutta San Giorgio Extra», ha detto Domenico nel corso delle lunghe, stentate ma pesantissime dichiarazioni spontanee che ha chiesto e ottenuto di fare al processo che lo vede imputato. Altrettanto pesante e preciso è stato il fratello Filippo che nel corso della stessa udienza ha dichiarato che «con Nucera abbiamo rapporti diretti dal 2000. Abbiamo fatto tutte le campagne elettorali per lui, a spese nostre», ma soprattutto che l'ex segretario è stato per lungo tempo una presenza fissa anche nella vita quotidiana della famiglia. «È venuto al mio matrimonio, è rientrato da Roma per la morte di mia madre, è venuto al funerale di uno zio», sottolinea Condemi, senza tralasciare quel viaggio a Cosenza fatto assieme all'onorevole «per avere luce sul progetto che avevo presentato».
 
COLLABORATORI E STAFF DEL POLITICO CONFERMANO LE ACCUSE Ma a sostenere in aula la vicinanza del segretario questore alla famiglia Condemi erano stati anche alcuni collaboratori dello stesso consigliere regionale, come Giuseppe D'Accunto - ascoltato in aula come testimone – che alle domande delle difese ha risposto: «I Condemi hanno sempre appoggiato Nucera, lo hanno sempre fatto negli anni». E con i Condemi, ha confermato il testimone, i rapporti sarebbero stati consolidati, tanto che sarebbe stato proprio il consigliere regionale a supportare Filippo in una richiesta di finanziamento per la sua ditta. Saranno invece il cugino di secondo grado dell'ex assessore, Domenico Plutino e Carmelo Zindato, a puntualizzare lo storico – a loro dire – sostegno elettorale che i Condemi hanno sempre fornito all'attuale segretario questore. Un quadro in seguito confermato anche da Giuseppe Nucera, ex componente della segreteria politica dell'attuale segretario questore, Gianni Nucera, nonché candidato nelle sue liste nel 2011.
 
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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