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12:42:00 - 12 NOVEMBRE 2014

SGARBI: 'CALABRESI ROMPICOGLIONI E NON ITALIANI'. CALABRIA INFURIATA CONTRO IL RE DELLE CAPRE

SGARBI: 'CALABRESI ROMPICOGLIONI E NON ITALIANI'. CALABRIA INFURIATA CONTRO IL RE DELLE CAPRE -

La questione dei Bronzi di Riace, destinati a restare in riva allo stretto e non partire in direzione Milano per Expo 2015 sembra proprio non esser andata giù a Vittorio Sgarbi. Il pungente critico d’arte infatti a quanto pare è costretto a convivere con un dente avvelenatogli dai reggini. Mi correggo: da quei rompicoglioni dei reggini. Sarebbe questo infatti l’ultimo pregevole aggettivo riservatoci dall’esperto di storia dell’arte. Proprio ieri, in una conferenza stampa di aggiornamento dei progetti per l’Expo tenuta con il governatore lombardo Roberto Maroni, Vittorio Sbarbi è tornato ad andarci giù pesante con i calabresi. “Gli unici che hanno rotto i coglioni sono quelli di Reggio Calabria che non è nemmeno l’Italia” – ha detto, aggiungendo: “la Calabria non è in Italia visibilmente”. Ebbene sì miei cari calabresi, preparatevi ad esser scaraventati fuori dallo stivale almeno ideologicamente e raccontatelo agli sciocchi libri di storia che narrano di quei calabresi che per costruirla l’Italia hanno patito, sognato e combattuto. Stupido credere che il Vittorio nazionale si sarebbe accontentato di offenderci con un dispregiativo, perché il professore è infatti poi sceso nel dettaglio, stoccando anche contro la scelta della commissione: “I Bronzi – ha tuonato – si potevano trasportare il “no” è stata una scelta politica di una commissione di deficienti il primo dei quali nominato da noi”. Calabresi rompicoglioni, deficienti e non italiani quindi! Una descrizione ovviamente mal digerita e che ha fatto fioccare su facebook commenti al vetriolo. A rispondere a Sgarbi è stata anche la deputata reggina del Movimento 5 Stelle Federica Dieni. "Secondo Vittorio Sgarbi Reggio Calabria non e' in Italia. Il critico sarà bravo in storia dell'arte – ha affermato la grilina - ma dovrebbe prendere qualche ripetizione di storia e di geografia". "Tutti sappiamo con largo anticipo – ha aggiunto - quale sarà la risposta di questo soggetto: sarò definita un'ignorante se mi va bene. Certo, ogni persona che e' in dissenso dal suo pensiero e' ignorante. Gli oppositori sono capre”. “Peccato – ha proseguito la Dieni - che stavolta la capra sia lui. Il nome Italia infatti, nell'antichità, si riferiva solo alla parte posta nell'estremo meridione della Penisola, la Calabria per l'appunto. Reggio dunque si trova in Italia”, e non solo per aver dato il nome alla Nazione ma anche perché “i reggini, come gli altri italiani, l'hanno costruita col sangue, col lavoro e con i sacrifici l'Italia, generazione dopo generazione”. La Dieni ancora rende pan per focaccia a Sgarbi concludendo “Non sarà certo un politico fallito, un istrione che cerca di sbarcare il lunario alternando le offese alle pagliacciate, a poterla privare della sua dignità”. Aiaiai caro Sgarbi chi lo avrebbe mai detto che prima o poi, dal tacco dello stivale, qualcuno ti avrebbe risposto a tono, utilizzando il linguaggio che più ti è consono oramai, non incentrato su chiaroscuri o prospettive ma su insulti ed offese. Per ora dunque da quei rompicoglioni dei calabresi è tutto, ci rivedremo probabilmente quando il richiamo dei nostri incantevoli bronzi ti costringerà ancora ad espatriare per raggiungere questo pezzo di non Italia servito a costruire quella che per te è l’Italia, una nazione incapace di ricollocarti sulla poltrona di critico d’arte quando, tra un’opera e l’altra, fai ricorso al tuo speciale vocabolario alla ricerca forse di un po’ di sale con cui condire le tue auliche conversazioni.

MARIA CHIARA CONIGLIO  

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