NEWS

11:30:00 - 13 NOVEMBRE 2014

PROCESSO 'LOCRI E' UNITA': CORDI' E CATALDO FERMARONO LA FAIDA SOLO DINNANZI AI SOLDI

PROCESSO 'LOCRI E' UNITA': CORDI' E CATALDO FERMARONO LA FAIDA SOLO DINNANZI AI SOLDI -

A Locri le famiglie Cataldo e Cordì avrebbero raggiunto una pax mafiosa maturata "in virtù dei molteplici e rilevatissimi  interessi economici collegati alla gestione degli appalti". E' questo il passaggio centrale delle motivazioni della sentenza emessa dalla Corte d'appello di Reggio Calabria nell'ambito del processo scaturito dall'inchiesta denominata "Locri è unita". L'11 giugno scorso il tribunale reggino aveva condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione Antonio Cordì e Ilario Aversa. 6 anni di carcere invece erano stati inflitti ad Antonino Caroleo.  L'indagine, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, scattò il 16 novembre del 2010. Per la Procura antimafia, che all'epoca condusse le indagini i Cordì e i Cataldo sarebbero state le due famiglie che nel passato avrebbero dato vita ad una delle faide più violente mai avvenute sul territorio della Locride. Ad un certo punto, tuttavia, stando a quanto sostiene la magistratura i due clan avrebbero instaurato una pax mafiosa per ristabilire gli equilibri sul territorio e soprattutto per "salvarsi" dalla giustizia. La tregua sarebbe stata scoperta grazie alla convergenza di due fonti probatorie. In primo luogo ci sono le dichiarazioni del pentito Domenico Oppedisano, centrali, poi, anche alcune dichiarazioni intercettate all'interno della lavanderia "Ape green" di Giuseppe Commisso  detto "u mastro". Le due famiglie si sarebbero  messe d'accordo per un obiettivo: dividersi i guadagni illeciti in zona, tramite appalti o estorsioni, nonché attraverso i lavori effettuati dalle ditte "satelliti", ossia quelle aziende intestate fittiziamente a soggetti prestanome che si aggiudicavano gli appalti. Dinnanzi ai soldi, insomma, le due cosche avrebbero messo una pietra sopra alla faida. Emblematica a questo proposito è la conversazione intercorsa tra Aversa e il mastro e captata dalle cimici dell'antimafia: "Noi siamo per la pace (...) Locri è tutto unito" avrebbe detto Aversa, mentre Giuseppe Commisso replicava:  "Non c'è cosa più bella di questa (...) almeno che non gli lasciamo beni immobili ai figli, almeno non gli lasciamo la galera". 
ALESSANDRA BEVILACQUA

« ARCHIVIO