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12:45:00 - 17 NOVEMBRE 2014

SU FACEBOOK IL DOLORE DEGLI AMICI DI LEO, BOMBO, PEPPE E GIGI. 4 NUOVI ANGELI NEL CIELO DI SIDERNO

SU FACEBOOK IL DOLORE DEGLI AMICI DI LEO, BOMBO, PEPPE E GIGI. 4 NUOVI ANGELI NEL CIELO DI SIDERNO  -

Leo, Gabriele, Giuseppe e Luigi e poi Francesco e Pasquale. Nomi che vanno ad aggiungersi ad altri nomi, troppi. Troppi coloro che su quella lingua di asfalto hanno perso la vita. "Strada dell'amore" l'avevano ribattezzata il 14 febbraio del 1990, giorno in cui è stata inaugurata. Mai definizione fu più errata perchè la ss 106 di amorevole ha ben poco. La 106 l'amore lo consuma fino a tramutarlo in sofferenza eterna ed immutabile. La 106 è la strada in cui cuori si spengono ed altri si riducono a brandelli per restare in vita continuando a battere in un'esistenza divenuta vuota e priva di ogni senso. Su quella strada infernale ieri hanno perso la vita 6 persone. Tra queste Pasquale e Francesco Barbaro, rispettivamente padre e figlio di 53 e 29 anni. Il primo operaio del consorzio di bonifica, il secondo bracciante agricolo. Originari di Platì da qualche tempo vivevano a Locri, in molti li conoscevano e li ricordano come persone ben volute. La loro Platì da ieri è vestita a lutto e come lei Siderno. Non esistono domande nè risposte esatte in questi casi, non esiste una giustificazione, esiste solo un'intera comunità sconvolta da una tragedia immane, esistono due paesi paralizzati, esiste l'impotente desiderio di stringersi attorno alle famiglie delle vittime. Oggi c'è spazio solo per il dolore, quel terribile sentimento che sprezzante da ieri trasuda da ogni dove, trapela da ogni commento scambiato per strada o lasciato su facebook, social network divenuto più che mai piazza di tutti noi. "Nel cielo biancoazzurro brilla una stella", scrivono gli amici sulla bacheca di Napoleone Luciano, per tutti Leo, 31 anni ed una passione sfegatata per la Lazio. Giovane farmacista, da qualche anno era tornato nella sua città per aprire una parafarmacia. Il sorriso lo aveva sempre stampato sulle labbra, parlava di politica Leo, amava la destra e su facebook senza timore condivideva i post del tanto criticato Matteo Salvini. Leo era gentile con tutti, lo aveva imparato da mamma e papà, 

commercianti sidernesi. La sua passione per la Lazio era affiancata all'amore per un'altra squadra: il Siderno, la squadra di casa sua, quella che ieri ha cercato invano di raggiungere. Insieme a lui in quella maledetta auto c'era anche il fratello più piccolo Gabriele. Giovanissimo, soli 23 anni ma con la testa sulle spalle. Amava la vita ed adorava stare con gli amici che lo avevano soprannominato "El Bombo", conosceva l'onesta e la cultura del lavoro che lo aveva indotto ad avventurarsi nella giungla dell'economia sidernese seguendo le orme del papà, titolare di un negozio di cancelleria. Poco più grande di lui era il 27enne Giuseppe Figliomeni, anch'egli di  Siderno. Cinque giorni fa ha cambiato la sua foto del profilo. Agghindato con camicia e papillon sorrideva felice all'obiettivo e forte stringeva una bella ragazza mora. Pieno di risorse ed energia collaborava nella gestione di un locale a Siderno, anche lui da ieri non c'è più. La cittadina jonica piange anche una quarta perdita. Con Leo, Gabriele e Giuseppe c'era infatti anche l'avvocato Luigi Mory. Dopo essersi laureato qualche anno fa all'Università Mediterranea della Calabria aveva subito preso posto all'interno di uno studio legale. Aveva voglia e fretta di imparare Luigi, a soli 26 anni si era guadagnato la toga da avvocato ed era anche entrato a far parte della Camera Penale. Lo si vedeva spesso tra le aule del tribunale e poi la sera insieme agli amici di sempre. "Nessuna festa sarà più come prima senza te" posta un'amica sulla sua bacheca. "Ancora non ci credo e non ci voglio credere" - scrive un altro. Perchè la verità oggi è solo questa: la realtà dei fatti è brutale ed amara più che mai, prenderne atto ed imparare a conviverci appare impossibile. "Si è spenta la luce a Siderno": riporta insistentemente Facebook, perchè la città è e resta sotto shock, privata di quattro ragazzi meravigliosi, derubata di quattro vite ancora da scrivere, catapultata nell'oblio da quella maledetta 106. 

MARIA CHIARA CONIGLIO  

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