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11:55:00 - 19 NOVEMBRE 2014

OPERAZIONE 'INSUBRIA': PROVE SCHIACCIANTI CONTRO GLI INDAGATI

OPERAZIONE 'INSUBRIA': PROVE SCHIACCIANTI CONTRO GLI INDAGATI -

Incastrati da intercettazioni, filmati e pedinamenti. Prove schiaccianti graverebbero sui 40 arrestati ieri nel corso dell'operazione denominata "Insubria" condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri di Milano su richiesta della Dda. Durissima la stangata inferta dai segugi del Ros alla criminalità organizzata che da Grotteria e Giffone aveva inquinato le provincie di Como e Lecco. Dalle carte di Insubria emerge la centralità di riti e codici di affiliazione. Quello che risulta è una mafia identitaria capace di mescolare le tradizioni 'ndranghetiste alla religione, frequente è, infatti, l'utilizzo di immagine sacre nei rituali.  Sul comodino di uno degli affiliati, gli investigatori hanno trovato un diario con i codici mafiosi. A spiegarlo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini illustrando i particolari dell'operazione. A differenza dei giovani che hanno la Costituzione sul tavolino "l'antistato ha le formule dei riti" ha detto il magistrato che ha diretto l'inchiesta. Fra i reati contestati l'associazione di tipo mafioso e altri delitti, aggravati dalla finalità di agevolare un'associazione mafiosa: detenzione, porto abusivo e vendita di armi clandestine, estorsione e tentata estorsione, anche con l'aggravante della transnazionalità per essere stata compiuta in più di uno Stato: Italia e Svizzera.  Gli 'ndranghetisti viveno con il terrore continuo di essere intercettati. Avere "in tasca un cellulare... è come avere in tasca un carabiniere (... )". Sono, infatti,  le parole di Michele Chindamo, ritenuto il capo della locale di Fino Mornasco (Como), finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta. Il dialogo captato dalle microspie piazzate dagli investigatori è riportato nell'ordinanza del gip Simone Luerti.
Il boss, ignaro di essere intercettato parla proprio di  'ndrangheta e del metodo di indagine degli investigatori coordinati dalla Dda di Milano guidata da Ilda Boccassini che nel luglio 2010 si era concluso con l'ormai nota maxi retata di 'Crimine-Infinito'.  I cellulari prima dei summit di ndrangheta venivano requisiti, i boss ignoravano che quella precauzione era del tutto inutile, la procura milanese stava, infatti, già filmando tutto mettendo a verbale le cataste di prove sulla cui base ieri è stato inferto il colpo del ko alle cosche. 
ALESSANDRA BEVILACQUA

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