Il Giudice di pace di Caulonia non può chiudere. E' questo, il parere unanime di
amministratori e consiglieri di minoranza, emerso, al termine del Civico consesso, tenutosi
poche sere fà, e che ribadisce, nuovamente la propria opinione: la sede distaccata degli
uffici giudiziari, che funziona ininterrotamente da 196 anni, non può essere soppressa.
Una soppressione quanto mai inaspettata, questa, decretata dal Ministero della Giustizia,
lo scorso 10 novembre, dopo che lo stesso organo di governo, già precedentemente, nel
marzo 2013, aveva valutato positivamente la richiesta avanzata dal Comune di cauloniese.
'Un decreto ministeriale, quello del 10 novembre scorso- si legge nel documento
approvato all' unanimità dal Consiglio comunale di Caulonia- in palese contrasto con la
legge 162/ 14 di conversione del decreto legge'. Una decisione che pare, inconprensibile,
questa di chiudere la sede del Giudice di pace, se si considera che, stando agli atti, il
Municipio si era impegnato a sostenere le spese per il funzionamento dell' ufficio e l'
erogazione del servizio di giustizia. Il Comune forniva i locali, sosteneva i costi di
mantenimento e ha trovato il personale, opportunamnete formato, da impiegare nel
presidio. Una battaglia che trova appoggio anche dall' Ordine degli avvocati del Foro di
Locri, che si è ditto disposto assieme al Consiglio forense a supportare l' ente in qualsiasi
azione diretta a tale scopo.
Piera Galluzzo