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11:54:00 - 10 DICEMBRE 2014

OPERAZIONE 'IL PADRINO': IN MANETTE PRESUNTI AFFILIATI ALLA COSCA TEGANO

OPERAZIONE 'IL PADRINO': IN MANETTE PRESUNTI AFFILIATI ALLA COSCA TEGANO -

E' stata denominata "Il Padrino" l'operazione condotta dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria, alle prime luci di oggi, e che ha portato all'esecuzione di 25 decreti di fermo emessi dalla Dda nei confronti di altrettanti presunti esponenti della potente cosca di 'ndrangheta dei Tegano operante nel capoluogo reggino. I soggetti finiti in manette sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, favoreggiamento e procurata inosservanza pene aggravate dalle modalità mafiose. L'operazione, al termine di un complessa attività investigativa, ha consentito di ricostruire l'organigramma della cosca e di acquisire elementi aggiornati sulle innumerevoli attività illecite gestite dai Tegano. Alcune delle persone fermate stamani sarebbero, inoltre, responsabili, tra l'altro, di avere favorito la latitanza del boss Giovanni Tegano, arrestato il 26 aprile 2010 dopo 17 anni di latitanza,  dalla Polizia di Stato a Reggio Calabria. Tegano, uno degli elementi più in vista della 'ndrangheta, era stato sorpreso dagli agenti della squadra mobile e dello Sco in una villetta in località Perretti di Reggio Calabria ed aveva cercato di nascondersi in una stanza buia. L'uomo, 74 anni, era inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi e dal 1995 le ricerche erano state diramate anche in campo internazionale. L'arresto di Giovanni Tegano aveva riscosso grande risonanza  anche perchè all'uscita della Questura di Reggio Calabria, mentre stava per essere trasferito in carcere, era stato salutato da alcuni amici e parenti con un applauso e con un grido "Giovanni uomo di pace". Circostanza che all'epoca aveva provocato numerose polemiche. Tegano deve scontare una condanna all'ergastolo ed è ritenuto uno dei protagonisti della guerra di mafia di Reggio Calabria che, tra il 1985 ed il 1991, provocò oltre seicento morti. Tra i fermati ci sono anche i due generi del boss Giovanni Tegano, Edmondo Branca e Antonio Lavilla, che, secondo gli investigatori della squadra mobile reggina che hanno condotto le indagini, avevano assunto il ruolo di reggenti la cosca dopo l'arresto del capo e in seguito alle operazioni delle forze dell'ordine che negli anni hanno duramente colpito tale famiglia.
Sottoposto a fermo anche un primario ospedaliero, Francesco Pellicanò, biologo responsabile del reparto analisi a Polistena. Per lui l'accusa è di associazione mafiosa.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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