Niente piazze stracolme e live partecipatissimi; per una sera, il re della taranta calabrese, Mimmo Cavallaro, si è fatto conoscere un po’ più da vicino. Venerdì scorso, alla libreria Mondadori, di Siderno, ha svelato l’uomo, oltre l’artista. Accompagnato, dalla chitarra di Andrea Simonetta, ha ripercorso, un pochino della sua storia musicale, senza tralasciare l’inizio; ‘arrivavo dalla campagna, e Caulonia, mi sembrava una città’- racconta il leader dei Taranproject, lui, che a 14 anni, viveva da solo e aveva fatto della chitarra, la sua compagnia. Mi è sempre piaciuta la musica popolare, ma- racconta l’artista- per fare questo tipo di musica, c’era bisogno di qualcuno che la suonasse, non alla maniera dei gruppi folkloristici- dice. Mi colpì un ragazzo di Caulonia, che veniva dalla Germania, Fabio Macagnino, racconta Cavallaro, e fu proprio, con lui che il musicista formò il primo gruppo. E poi ancora, il racconto dell’Arezzo wave, l’incontro con Eugenio Bennato, fino alla nascita dei Taranproject, e il primo ‘sona battenti tour’. Un ruolo, fondamentale, la musica, per l’uomo, Cavallaro, tanto quanto l’artista, che oggi ammette: ‘ho superato le mie timidezze suonando per il coro parrocchiale’
Piera Galluzzo
Interviste visibili nelle edizioni odierne del Tg news