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10:44:00 - 19 DICEMBRE 2014

OMICIDIO LEA GAROFALO. LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE. 4 GLI ERGASTOLI. 25 ANNI PER IL PENTITO.

OMICIDIO LEA GAROFALO. LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE. 4 GLI ERGASTOLI. 25 ANNI PER IL PENTITO. -

Sono ormai divenute definitive le condanne inflitte ai cinque imputati nell’ambito del processo che ruota attorno all’omicidio della testimone di giustizia Lea Garofalo, scomparsa nel nulla a Milano nel novembre del 2009, uccisa bruciata e sepolta in un campo vicino Monza. La Corte di Cassazione, respingendo i ricorsi difensivi, ha confermato la sentenza d’Appello, condannando quindi quattro persone all’ergastolo ed una a 25 anni di reclusione. Il massimo della pena è andato a Carlo Cosco, ex convivente della donna, al fratello di lui Vito, a Rosario Curcio ed a Massimo Sabatino; 25 anni invece è quanto dovrà scontare il pentito Carmine Venturino, ex fidanzato di Denise, figlia di Lea Garofalo. Con il verdetto di ieri sono stati, in buona sostanza, rigettati i ricorsi per i due Cosco, Sabatino e Curcio, mentre è stata sancita l’inammissibilità di quello di Venturino, cui l’appello aveva riconosciuto uno sconto di pena in virtù della collaborazione con la giustizia. Nel dettaglio Carlo Cosco, attraverso il suo legale, aveva chiesto di escludere l’aggravante della premeditazione proponendo la tesi di un “raptus”. “Lea mi aveva fatto impazzire” : avrebbe dichiarato tentando di scagionare i fratelli Vito, condannato all’ergastolo, e Giuseppe assolto per insufficienza di prove.  Una versione dei fatti non ritenuta attendibile dal pg e smentita dal pentito secondo il quale l’omicidio di Lea venne deciso dai clan del crotonese che diedero l’autorizzazione ai Cosco. Stando a quanto dichiarato da Venturino, Lea fu strangolata da Carlo e Vito Cosco, mentre furono lui stesso e Rosario Curcio a far sparire il corpo. Tutti sono stati dichiarati colpevoli mentre l’aggravante mafiosa non è stata mai riconosciuta.   

MARIA CHIARA CONIGLIO  

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