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12:12:00 - 21 DICEMBRE 2014

L'EVANGELIZZAZIONE DI FRATEL COSIMO TOCCA IL CUORE DEI DEVOTI MARIANI

A SANTA DOMENICA DI PLACANICA SI ATTENDE L'EVENTO DEL 10 GENNAIO 2015

L'EVANGELIZZAZIONE DI FRATEL COSIMO TOCCA IL CUORE DEI DEVOTI MARIANI -

Mentre i devoti della Madonna dello Scoglio attendono l’arrivo di sabato 10 gennaio per prendere parte alla sacra funzione del bacio a Gesù Bambino, presieduta, come sempre, dal Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, in molti commentano, positivamente,  le sante esortazioni e i concetti espressi da Fratel Cosimo nella propria evangelizzazione del primo sabato del mese di dicembre.  Traendo, come fa sempre, sputo dal Vangelo, il fondatore dell’Opera Madonna dello Scoglio ha trattato san Marco,  capitolo 1 a partire dal versetto 2 fino al versetto 7 “Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: dopo di me viene uno che è più forte di me al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo.” Fratelli e sorelle, ha espresso Fratel Cosimo,  S. Marco evangelista, attraverso questo brano del Vangelo, narra con estrema chiarezza e semplicità, la missione del Battista riguardo la gloriosa venuta del Signore.  Le parole che abbiamo appena udito all’inizio del Vangelo di Marco “Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a preparare la via”, li troviamo scritte nel libro del profeta Malachia al c. 3 v. 1. Invece le parole “Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri”, sono scritte nel c. 40 v. 3 del libro del profeta Isaia. Tutti e due i libri dei profeti di Dio, si trovano nella Bibbia che è la Parola di Dio. Come dunque possiamo chiaramente constatare, sia Malachia, che Isaia, riportano la stessa cosa, cioè, annunciano in anteprima la venuta del Messia sulla terra. L’evangelista Marco, sotto la guida dello Spirito Santo, interpreta le parole del profeta Isaia e ci dice che è Dio a mandare il suo messaggero, cioè Giovanni davanti a Gesù, a preparargli la via. Giovanni, se vogliamo, non era altro che: una voce, che gridava nel deserto esortando con forza il popolo d’Israele a preparare la via del Signore e allo stesso tempo a spianare e a raddrizzare i suoi sentieri. La figura di Giovanni Battista apparve sul palcoscenico della storia, come l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, proprio come afferma Gesù nel Vangelo di Luca al c. 7 v. 24 -25: Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Si, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. Miei cari fratelli e sorelle, Giovanni detto il precursore del Messia e anche il battezzatore, viveva nel deserto della Giudea, cioè, in una zona arida e disabitata, e lì predicava un battesimo di ravvedimento alla gente che accorreva a lui da tutta la Regione, e anche da Gerusalemme. Tale battesimo che egli predicava se vogliamo, era destinato proprio al popolo che aveva stretto un patto con Dio, cioè ai giudei, ed era appunto richiesto il pentimento dei peccati, come preparazione all’arrivo del Messia. E’ ben chiaro che questo battesimo che veniva amministrato da Giovanni, era caratterizzato dalla conversione per il perdono dei peccati. Nel passo parallelo del Vangelo di Luca al c.3 v. 8 dice la Scrittura che Giovanni Battista nel predicare alle folle che andavano a farsi battezzare da lui diceva: Fate dunque opere degne della conversione. Qualcuno potrebbe chiedersi: cosa vuol dire fare opere degne di conversione? Non è assai difficile capirlo. Significa far vedere i frutti della vera e propria conversione, e questi frutti sono: un mutamento della mente che si manifesta in un cambiamento di direzione, sia a livello di pensiero che di comportamento, cioè: se prima ragionavamo in un certo modo, e camminavamo in una certa direzione sbagliata, una volta avvenuta la conversione, il nostro ragionamento cambia come pure il nostro comportamento. La conversione del cuore, miei cari, è molto importante e fondamentale, poiché ci consente di vivere un rapporto personale, un rapporto pieno con il Signore, e ci fa divenire nuove creature, creature non solo con una mente nuova, ma anche con un cuore rinnovato, creature nate dall’acqua e dallo spirito come dice Gesù a Nicodemo nel Vangelo di Giovanni al c. 3 v. 5: Se uno non nasce dall’acqua e dallo spirito non può entrare nel Regno di Dio. I Santi di ogni tempo, cioè di ieri e di oggi, affermano che la conversione del cuore è la chiave per entrare in Paradiso. Quindi se in ciascuno di noi non avviene una vera e propria conversione, nel vero senso della parola, non possiamo essere degni del Paradiso. Dice un detto antico: in Paradiso non si va in carrozza. Ciò vuol dire che, se si andasse in Paradiso in carrozza, sarebbe troppo facile, invece non è così, ma bisogna fare, mentre si vive su questa terra, un autentico cammino di conversione, di fede e di purificazione attraverso il sacramento della confessione per il perdono dei peccati e guadagnare il Paradiso. Pensiamoci bene dunque, se vogliamo raggiungere il fine. Ritornando al passo del Vangelo che abbiamo prima ascoltato, il profeta di Dio Giovanni Battista proclamava nel deserto della Giudea: Viene dopo di me, colui che è più forte di me. Miei cari fratelli e sorelle, all’inizio di questo momento di ascolto, abbiamo detto che stiamo vivendo il tempo dell’Avvento, cioè, il tempo dell’attesa. E proprio durante questo tempo di attesa, è bene che ciascuno di noi si prepari con un cuore veramente convertito, con una vita degna, con una vita santa, ad accogliere il Messia Salvatore, Colui che viene a portare la vita in abbondanza, la pace, la gioia e la salvezza. Accogliamolo dunque nel nostro cuore come unico Signore e Salvatore, poiché dice l’eterna Parola di Dio nel Prologo di S. Giovanni al c. 1 v. 12: A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo Nome. E concludo: non dovremmo mai stancarci di ringraziare la Vergine SS., l’umile ancella del Signore, che con il suo sì, pronunciato nell’umile casetta di Nazareth, ha accettato il piano di Dio per l’uomo, cioè” – ha concluso il mistico – “di portare al mondo il Salvatore dell’umanità.”

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