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12:26:00 - 22 DICEMBRE 2014

CLEMENTINE SUGLI ALBERI, AGRICOLTORI IN GINOCCHIO

DA CAULONIA ALLA PIANA DI ROSARNO, CHIESTO LO STATO DI CALAMITA' NATURALE

CLEMENTINE SUGLI ALBERI, AGRICOLTORI IN GINOCCHIO -

Non fa che peggiorare la crisi, nel settore agrumicolo; sono in ginocchio, gli agricoltori che da Caulonia, alla Piana rosarnese, ora chiedono lo stato di calamità naturale. ‘E’ inconcepibile che nelle mense scolastiche, e negli ospedali, vengano serviti agrumi spagnoli...’ protestano, gli agrumicoltori; un ‘capovolgimento’ di ogni logica di mercato che i produttori di agrumi, cauloniesi, in testa, non sono più disposti a subire. Un passo indietro enorme, se si pensa agli anni 60’, 70’ e parte degli anni 80’, dove sui principali mercati di Francia e Germania, gli importatori esibivano grandi cartelli, riportanti la scritta: ‘arance di Caulonia’. Oggi, a fine 2014, le clementine rimangono sugli alberi e tonnellate di arance a Caulonia, non trovano acquirenti. Sono enormi, e prevedibili, le ripercussioni di tutto questo su agricoltura e manodopera. L’Amministrazione comunale, su sollecitazione degli addetti al ramo, ha promosso un’assemblea degli agricoltori della Piana di Rosarno, moderata dall’ assessore Demaria, per discutere la gravissima situazione di crisi del settore, con focus sulle clementine, rimaste sugli alberi invendute per circa il 70-80%. Presenti, oltre 100 agricoltori, l’amministrazione comunale, il sindaco Tripodi e gli assessori, Demaria e Italiano. Gli agricoltori, non saranno lasciati soli, in questo momento disastroso- fanno intendere- e fanno presente di aver già presentato delibera a Provincia e Regione, di aver chiesto lo stato di calamità. ‘Il Piano agricolo regionale và rimodulato, sulla base delle reali condizioni delle zone rurali e del mercato’ per il Pd; ‘Inutile cercare i colpevoli- tuona dall’ Ncd, Giovanni Arruzzolo, bisogna, invece, chiedere un’inversione di tendenza sugli incentivi che la Regione offre agli agricoltori, per tenere conto i piccoli produttori, soffocati dalla crisi’.

Piera Galluzzo

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